La bufala dei “tour di decompressione” dell’Idf in Italia. La smentita del Viminale: “Nessun accordo”

Le opposizioni accusano il governo, ma il Viminale nega qualsiasi convenzione che vada oltre le visite da privati cittadini (e smentisce le scorte personalizzare in Sardegna e nelle Marche). Gli albergatori: “Basta caccia alle streghe, fateci lavorare”

L’hanno descritta come una “vacanza dal genocidio”, un “tour di decompressione dagli orrori di Gaza”, chiedendo conto al governo di questa presunta presenza di militari israeliani in villeggiatura in Italia. Quasi il Belpaese sia divenuto tutto d’un tratto la nuova Goa, in India (meta principale degli israeliani per svernare una volta terminato il servizio militare). Al punto da chiedere a Meloni (lo hanno fatto le opposizioni, dal Pd al M5s e Avs) di riferire in Parlamento sull’esistenza o meno di un qualche accordo o di un protocollo che permetta a esponenti dell’Israel Defense Forces (Idf) di venire in vacanza nelle nostre regioni. Usufruendo di una rete diplomatica. “Ma non esiste alcun accordo o convenzione che regoli o incentivi l’arrivo di militari israeliani in Italia”, si affretta a chiarire una fonte del ministero dell’Interno parlando col Foglio. “Un altro conto è l’arrivo di singoli turisti, ma dai nostri accertamenti non risultano esserci soldati ospitati nelle strutture alberghiere in Sardegna e nelle Marche”.

Domenica il Fatto quotidiano ha pubblicato un articolo in cui rendeva nota la presenza di militari israeliani sulle coste marchigiane a partire dalla fine del 2024. Stessa cosa sarebbe successa in Sardegna, dove un centinaio di soldati dell’Idf sarebbero stati ospitati all’interno del Mangia’s Resort Curio Collection, a Santa Teresa di Gallura, nelle ultime settimane. Solo che è stata la Digos, oltre alla stessa struttura alberghiera, a smentire la notizia. E la natura di “viaggio premio” per i dipendenti della compagnia Cellcom, una delle più importanti aziende di telecomunicazioni del paese ebraico, viene confermata anche da fonti del Viminale. Per quanto riguarda le Marche, invece, il primo a parlare di presenza di militari israeliani in vacanza era stato il sito Contropiano.

Un caso più circoscritto, raccontato ieri sempre dal Fatto, sarebbe avvenuto a Castignano, in provincia di Ascoli Piceno. Dal 22 al 31 agosto sarebbero stati ospitati in una struttura del posto circa venti soldati israeliani, secondo la testimonianza del sindaco di Castignano, Fabio Polini. Solo che anche su questo la fonte è indiretta, perché la presenza dei militari sarebbe stata confermata dai carabinieri, che però non hanno svolto un ruolo, essendo il tutto gestito dalla Digos. Ma anche in questo caso la Digos ha smentito. Anche perché le forze dell’ordine, a livello locale, si attivano quando ci sono obiettivi sensibili, com’è il caso dei cittadini di qualsiasi nazionalità e di religione ebraica. Ma da qui a dire che questi ospiti sarebbero stati “scortati” in quanto militari dell’Idf, ce ne vuole. In più, in quelle date all’interno di una delle strutture del territorio al Foglio risulta abbiano soggiornato sì degli ospiti di cittadinanza israeliana. Ma si è trattato, in quel caso, dello chef di un ristorante di Tel Aviv e della sua famiglia. Altro che soldati. La proprietaria della struttura alberghiera che, secondo informazioni indiziarie disseminate nell’articolo del Fatto, avrebbe ospitato i militari israeliani, ci ha detto: “Basta con questo clima di caccia alle streghe. Fateci lavorare! Di questo passo non verrà più nessuno”. Una lettura condivisa anche da altri albergatori del posto che temono boicottaggi. Forse le opposizioni che gridano allo scandalo per come la vicenda confermerebbe “le complicità del governo Meloni con le politiche genocidarie di Netanyahu” (copyright Laura Boldrini) dovrebbero avere maggiore accortezza.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.

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