Schlein e il rebus Puglia che passa da Bisceglie

La città dell’ex manicomio più grande del sud e della politica impazzita dove destra e sinistra marciano insieme è fatale anche per il prossimo appuntamento elettorale

“Nichi, Michele e Antonio, un triangolo da pazzi”: il pensiero è di un veterano dem e non andrebbe riferito a Elly Schlein. Chissà che penserà la leader del Pd arrivando domani a Bisceglie: per raggiungere lo spazio dove si svolgerà la festa dell’Unità regionale passerà davanti alla Casa della Divina provvidenza, l’ex manicomio più grande del sud Italia. Mai luogo fu più allegorico per raccontare la matta querelle del campo largo in Puglia, davvero allergico a ogni protocollo alla Basaglia: dato per vincente da tutti i sondaggi sul voto d’autunno, il fronte progressista è costretto all’immobilismo dalle condizioni poste da Antonio Decaro per scendere in campo (in primis il ritiro delle candidature da “frati semplici” di Michele Emiliano e Nichi Vendola).

Bisceglie, città fatale per il centrosinistra di questi tempi, ha dato i natali a Don Pasquale Uva, mitologico e benemerito fondatore della struttura che accoglieva chi perdeva il senno, ma anche a Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, uomo forte della segreteria nazionale e ambasciatore del Nazareno nell’emirato pugliese: la scelta di celebrare la manifestazione nella cittadina adriatica nasceva con l’auspicio di trasformarla nella vetrina che lanciava Decaro governatore, ma poi tutto è stato travolto da irrefrenabile incertezza.





La città ha una storia antica di irregolarità, di eresie sorprendenti e di divisione di spazi di influenza tra destra e sinistra, ora però unite in una amministrazione con sindaco ex Pd (Angelantonio Angarano, in procinto di candidarsi alle regionali con Decaro) e vicesindaco ex An, Angelo Consiglio, espressione di una parte di Fratelli d’Italia (all’opposizione c’è invece la pattuglia dei fittiani). Qui dal 1996 al 2006 il primo cittadino è stato Franco Napoletano, campione della sinistra radicale dei Comunisti italiani, distintosi per aver incontrato nel 1999 a Gaza Yasser Arafat e aver stretto il gemellaggio con la comunità palestinese di Khan Younis. Dal 2006 al 2018 l’itinerario politico dell’amministrazione comunale ha cambiato più volte estrazione, pur avendo lo stesso primo cittadino: Francesco Spina aveva vinto la prima volta con il centrodestra, salvo poi diventare uno scudiero dello sceicco Emiliano entrando nel Pd (2016), per poi proseguire nel 2023 come candidato sindaco perdente di Lega e FdI, fino a farsi nominare qualche mese fa nella direzione nazionale di Azione. Nello stesso periodo la città alle politiche votava sempre a destra: il parlamentare del territorio dal 1994 al 2018 è stato Francesco Amoruso, cresciuto nel Msi rautiano, in seguito tatarelliano di stretta osservanza, evoluto in gasparriano e approdato nell’ultima parte del cammino da eletto nell’area di Denis Verdini.




Dal 2018 al governo c’è un originale laboratorio civico, intorno alla figura dell’avvocato Angarano che abbandonò i dem dopo l’ingresso dell’ex destro Spina nel partito: con una serie di liste localiste sparigliò i partiti tradizionali e imbarcò anche gli ex An. Angarano, rieletto nel 2023 per il secondo mandato potrebbe correre per la Regione nella lista dei sindaci, la vera arma per fare la differenza della coalizione ipotizzata da Antonio Decaro, che con il doppio mandato da leader Anci nazionale, è considerato una sorta di Sai Baba in ogni municipio della regione (e non solo, dal momento che alle europee ha raccolto 500mila preferenze).



In una città dal retroterra politico mutevole, il Pd presenta una festa con un programma ambizioso perché doveva incoronare monarca del post emilianismo Antonio Decaro. Il cartellone si è scontrato con i “capricci” (Angelo Bonelli dixit) dell’ingegnere di Torre a Mare, che ha costretto a parcellizzare le ospitate d’eccezione: domani c’è una tavola rotonda presieduta da Boccia che mette insieme la renziana Raffaella Paita con il contiano Stefano Patuanelli e il vendoliano Peppe De Cristoforo; la sera sul palco ci sono la Schlein e Decaro (hanno un annuncio in serbo?), il giorno dopo un forum con lo sceicco Emiliano e la domenica un evento sulla pace con Vendola. Antonio, Michele e Nikita, attori a Bisceglie di un surreale triangolo alla Renato Zero, nella città dell’ex manicomio più grande del Meridione.

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