A Monza la Ferrari respira un’aria insolitamente ottimista

“Questa è una delle piste dove possiamo provare a vincere come Baku, Singapore e Las Vegas”, ha detto Charles Leclerc. Le McLaren di quest’anno però sono difficilmente battibili

“Finora l’esperienza in Ferrari è stata una corsa sulle montagne russe, ma la vita è così”. Le parole di Lewis Hamilton non descrivono soltanto i suoi primi nove mesi in rosso. Descrivono perfettamente lo stato d’animo di quei tifosi che si apprestano a invadere Monza regalando un nuovo record di presenze al Gran premio d’Italia. Solo che loro sono su un roller coster da quasi vent’anni per colpa di quest’amore per la Ferrari che non sboccia mai. Ogni tanto arriva un sorriso, proprio come qui a Monza un anno fa, ma spesso le discese sono poi paurose.

“La cosa più complicata all’inizio è quella che affronti sempre quando entri in un nuovo territorio e stai costruendo nuove relazioni. È tutto così diverso. Tu sei abituato a fare le cose in un certo modo e chi hai di fronte le fa in un altro. Provi a farle anche tu in modo differente e non funziona perchè magari farle in quel modo a te non va bene. E poi questa squadra è sempre sotto il microscopio. Anch’io lo sono da anni. Ma qui è davvero tutto diverso. Non avevo mai visto gente fuori da una fabbrica. Quando vado a Maranello ci sono tifosi fin dal mattino. E qui a Monza è incredibile. Lo avevo intuito salendo sul podio qualche volta con dei piloti Ferrari, ma quello che sta accadendo attorno a noi dall’altro giorno a Milano è incredibile. Senti la passione della gente, senti la storia di questa squadra che è la più vincente di sempre. So che non sono contenti di come stanno andando le cose quest’anno, ma io sono ancora convinto che potremo fare grandi cose insieme”. Lewis Hamilton toglie la maschera sfiduciata indossata in Ungheria, accantona quella arrabbiata che portava a fine gara in Olanda e si mette quella serena e sorridente delle belle occasioni. Sa che qui non potrà combinare troppo per quell’assurda penalità di cinque posizioni che dovrà scontare sullo schieramento, ma sa come rendersi utile: “La Ferrari in passato ha fatto tirare la scia a un pilota qui. Se la macchina valesse la pole potrei farlo anche se non è facile”.

Si respira un’aria insolitamente ottimista, come se il Mondiale si giocasse tutto qui. “Questa è una delle piste dove possiamo provare a vincere come Baku, Singapore e Las Vegas – aggiunge Leclerc – Non ci sono piste dove siamo superiori alle McLaren, ma possiamo provare a batterle come abbiamo fatto un anno fa. Ricordo bene come mi sentivo e il feeling era molto simile. Le McLaren avevano già una marcia in più, ma siamo riusciti a fare lòan pole con Carlos e a vincere. Abbiamo capito che si può vincere anche se sulla carta partiamo battuti”. Una vittoria a Monza non salverebbe una stagione da valle di lacrime, ma almeno regalerebbe una domenica di gloria a quei ragazzi vestiti di rosso che sono aggrappati alle reti. La loro fede è un mistero glorioso. Qualcosa che anno dopo anno stupisce ancora. “Questo è il weekend più stancante dellòa stagione, ma lo senti solo la domenica sera, prima tutta quella passione dei tifosi ti fa volare”, assicura Charles che qui ha vinto due volte, mentre il suo compagno è salito ben cinque volte sul gradino più altro e con un sesto successo scavalcherebbe Schumacher. “Ho sempre sognato di venire a Monza vestito di rosso. Solo che questa volta mi hanno vestito di blu”, ha detto ridendo. Sembra un uomo felice. Sembrano uomini felici. Speriamo che a motori accesi tutta questa felicità non voli via.

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