Macchine più corte, più leggere, motore completamente nuovo e tante incognite. Molte anche le novità sportive. Le illustra Stefano Domenicali, ceo della F1
La Formula 1 sta per entrare in una nuova èra, affrontando l’ennesima rivoluzione tecnica degli ultimi anni. Il 2026 sarà l’anno zero di un regolamento destinato a terremotare la situazione attuale. C’è chi come Toto Wolff parla di auto che andranno a 400 all’ora, sapendo di raccontare una frottola. Chi non usa mezzi termini dicendo che con si capisce un tubo (ma lui usa altre parole) come Flavio Briatore. Macchine più corte, più leggere, motore completamente nuovo (il 50 per cento della potenza arriverà dalla parte ibrida, mentre l’altro 50 per cento deriverà dal V6 a benzina con benzina sintetica) e tante incognite. Alla vigilia della tappa di Monza, Stefano Domenicali, ceo della F1, prova a mettere un po’ di chiarezza tra tante chiacchiere: “A cambiare sarà tutta la gestione dell’auto. Non dipenderà solo dal motore, ma dalle strategie, dalla guida dei piloti che dovrà cambiare, dalla gestione delle gomme… e noi cercheremo di rendere il tutto comprensibile per gli spettatori spiegandolo con delle nuove grafiche. Dobbiamo essere pratici e basici scordandoci il linguaggio degli ingegneri per far capire alla gente quel che succede”.
Domenicali è fiducioso sulla riuscita della trasformazione regolamentare ed è convinto che questa volta non assisteremo alla fuga di qualche team come capitato con la Mercedes quando venne introdotto il motore ibrido e con la Red Bull quando si è introdotto il fondo piatto. “Magari all’inizio succederà che qualcuno interpreterà meglio le regole, ma poi chi insegue avrà la possibilità di recuperare anche con delle concessioni sul budget. Non recuperi da una gara all’altra, ovvio, ma non ci saranno più i cicli a cui abbiamo assistito”. Si cerca quell’equilibrio che quest’anno, non fosse stato per la McLaren, sarebbe stato raggiunto. Il nuovo ciclo motoristico dovrebbe durare 5 anni, ma si sta già discutendo per abbreviarlo: “Il lavoro che stiamo facendo sulle benzine sintetiche ci fa pensare che potremmo ridurre l’importanza della parte elettrica anche per ridurre il peso delle vetture”, il pensiero che insegue la sostenibilità, ma indica una nuova strada, una strada che nell’idea di Domenicali dovrebbe “rendere il motorsport più indipendente dai grandi costruttori magari aprendo anche dei motoristi non legati alle grandi aziende, così da non dover risentire di un’eventuale grave crisi del settore. Un’ipotesi molto lontana, visto che là fuori ci sono altri costruttori interessati come Toyota.
In arrivo non ci sono solo delle novità tecniche. Dietro l’angolo ci saranno anche delle novità sportive. “Aumenterà il numero delle gare sprint perché dai sondaggi che abbiamo fatto abbiamo visto come la gente non gradisca le prove libere. Non le avremo a tutti i weekend come la MotoGp, ma ne avremo più di ora. Parleremo anche dell’inversione dello schieramento come fanno già in F2 e F3. I piloti che qualche anno fa erano contrari, oggi sono i primi a proporcelo”. Insomma, preparatevi alla rivoluzione. Intanto l’anno prossimo entrerà in calendario Madrid (“credo che ce la faranno”), poi si comincerà a giocare con l’alternanza. Olanda e Belgio avranno un anno a testa. “Uno o due, non di più. Barcellona vuol tornare, il Portogallo e la Turchia hanno manifestato il loro interesse, la Germania si è fatta viva…”. Qualche chance per Imola? “Non voglio escluderla per evidenti motivi, però la vedo molto difficile. Da italiano, da imolese, sarei felice, ma devo essere pragmatico”. L’Italia non può investire su due gare. Se c’è Monza, difficilmente potrà tornare Imola. E anche Monza che pure ha un contratto lungo è meglio si dia una mossa: “Sta correndo a un ritmo da mezzo fondista e avremo bisogni di altro. L’8 settembre devono cominciare i lavori promessi. Guardate come si è trasformata l’Ungheria in un anno. Se dietro c’è un Paese che crede alle opportunità che dal punto di vista del business, del turismo , della promozione, dei posti di lavoro che porta la Formula 1, certe cose si possono fare. Non ci sono scuse. Io cedo che l’Automobile Club abbia la possibilità di investire su una delle due gare…”. Bisogna solo darsi una mossa. “C’è bisogno dei lavori promessi per il pubblico e per chi viene a lavorare in pista. Di spazi di manovra non ce ne sono più tanti. Bisogna solo fare perché la pressione da parte di altri circuiti in Europa sta crescendo”. Domenicali lo dice chiaramente. Ormai per organizzare una gara deve avere dietro un Paese. L’epoca dei promoter privati è finita. E in futuro si potrebbe assistere ad un nuovo fenomeno: “I fondi di investimento sono interessati ad acquistare i team che possiamo considerare le nostre franchigie. L’anno prossimo entrerà la Cadillac perché ci ha dato dimostrazione di poterci portare qualcosa, ci ha dato quelle garanzie che il Team Andretti da solo non aveva. Però credo difficile possa arrivare qualcun altro anche perché poi ci sarebbe un problema logistico”. Che poi è lo stesso problema che esclude un weekend di Formula 1 e MotoGp nella stessa location, anche se ora tutto è di proprietà di Liberty Media. “Troppe differenze anche con gli sponsor, a cominciare da chi segue il cronometraggio”.
Domenicali conosce la Formula 1 e la Ferrari meglio di chiunque altro. Non si può non chiedergli che cosa pensi della crisi di Hamilton e di quella di Antonelli. “Lewis non pensava di affrontare un inizio di stagione così difficile, ha avuto anche quell’attimo di umanità in Ungheria quando ha detto che non serviva più alla squadra. E’ stato un momento di debolezza umana. Pensava di dover affrontare un contesto complicato, ma non così complicato. Adesso deve reagire insieme alla squadra, non deve lasciarsi trasportare dai cattivi pensieri. Il suo obiettivo deve restare quello di entrare ancora di più nella storia vincendo anche con la Ferrari”. Differente il suo pensiero su Kimi: “Ha l’età di mia figlia, lo conosco da quando era un bambino. In Formula 1 si diventa grandi in fretta, un giorno qui vale come 10 anni fuori. Lo sta capendo ed è importante che abbia dietro la fiducia del team e della famiglia. Sarebbe folle pensare che tutto vada sempre bene in una situazione come la sua. Questi mesi valgono anni e sono convinto che lo vedremo diverso e più consapevole l’anno prossimo. Credo che possa avere una carriera straordinaria”. Non è l’unico a pensarlo.