Le macerie dell’Afghanistan dopo il terremoto

L’est del paese è devastato e l’isolamento dei talebani ha avuto già il suo impatto sulla sopravvivenza della popolazione. È stato finanziato solo il 30 per cento dei fondi richiesti per quest’anno e più della metà degli afghani, che sono in tutto 42 milioni, ha bisogno di questi aiuti

Le immagini registrate dagli elicotteri dell’esercito afghano mostrano una distesa di villaggi distrutti, fango e macerie, quel che resta dopo che un terremoto di magnitudo 6 ha colpito l’est dell’Afghanistan: almeno 800 morti, almeno 2.800 feriti (sono i numeri dati dal governo dei talebani) soprattutto vicino alla città di Jalalabad, a 160 chilometri da Kabul, vicino al confine con il Pakistan. E’ una zona montagnosa, il terreno scosceso continua a franare, le scosse di assestamento contribuiranno ai danni e alle vittime, rendendo complicato l’arrivo degli aiuti, in un paese squassato dai terremoti (1.300 morti nel 2023 nella provincia di Herat, altri 1.300 nel 2002 nella provincia di Khost) e dalla violenza del terrorismo, di regime e non.

L’isolamento dei talebani tornati al potere nel 2021 – formalmente riconosciuti dalla Russia a luglio, ma sostenuti anche da altri paesi, in particolare la Cina – ha avuto già un impatto sulla sopravvivenza degli afghani: secondo i dati dell’Onu, è stato finanziato soltanto il 30 per cento dei fondi richiesti per quest’anno e più della metà degli afghani, che sono in tutto 42 milioni, ha bisogno di questi aiuti. Gli Stati Uniti, che fino all’anno scorso hanno fornito il 45 per cento degli aiuti consegnati all’Afghanistan, ora sono guidati da Donald Trump che ha affossato UsAid e il sistema di aiuti internazionali: la rivista Time ha di recente dedicato la copertina all’impatto di questi tagli sulle donne. Ieri Shoaib Sharifi, responsabile della redazione afghana della Bbc, scriveva: nell’ospedale di Jalalabad ci sono pochissime donne, “la regione colpita è molto conservatrice, quindi le donne potrebbero essere accolte e curate in un secondo tempo”. Nel 2022, molte donne erano arrivate in ospedale, quando possibile, due giorni dopo la scossa di terremoto.

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