Gli Stati Uniti criticano l’inserimento del Ponte sullo Stretto tra le spese per raggiungere il target difesa Nato

L’ambasciatore Usa presso la Nato, Matthew Whitaker, ha espresso a Bloomberg contrarietà verso ogni tipo di “accounting creativo” delle spese per la difesa. L’ipotesi era stata paventata anche da Salvini

Gli Stati Uniti sono contrari a ogni tipo di “accounting creativo” per raggiungere il target di spesa Nato, secondo Matthew Whitaker, ambasciatore Usa presso la Nato. Tra questi casi rientra l’Italia e la possibile inclusione delle spese per costruire del Ponte sullo stretto di Messina (oltre 13,5 miliardi di euro) tra quelle militari, ha detto Whitaker in una intervista esclusiva con Bloomberg. “Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni paesi che stanno avendo un’interpretazione molto ampia delle spese legate alla difesa,” ha dichiarato Whitaker, in un’intervista al Bled Strategic Forum in Slovenia martedì. È “molto importante” che il target del 5 per cento si riferisca specificamente alla difesa e alle spese connesse, e che l’impegno sia assunto “in modo serio”, secondo il diplomatico. “Sto osservando con molta attenzione quella situazione,” ha aggiunto. “La cosa positiva rispetto al vertice di Galles del 2014 è che oggi la NATO dispone di strumenti di monitoraggio.

Sotto osservazione americana, quindi, ci sarebbe il tentativo del governo italiano di far passare le spese per la costruzione del Ponte come parte degli investimenti in difesa. “Potrebbe essere un uso duale, così da avere un uso multiplo anche per ragioni di sicurezza”, aveva detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini annunciando il progetto del Ponte. Un’ipotesi, secondo Bloomberg, verso cui gli Usa sarebbero completamente contrari, visto che a Washington si aspettano che gli alleati spendano per battaglioni, artiglieria e carri armati e non in grandi opere ingegneristiche.

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