“Sono a disposizione della coalizione”. L’onorevole meloniano Marcello Gemmato, il sottosegretario alla Salute, non si nega. In Puglia anche il suo nome è in campo e negli ultimi giorni ha preso quota. “Per chi come me fa politica da tanti anni, oggettivamente sarebbe un grande onore poter fare il candidato presidente. Tanto più nella propria regione”, dice al Foglio Gemmato – da queste parti è l’uomo di riferimento per FdI. Ma puntualizza: “Siamo una coalizione compatta e c’è un tema di tenuta dell’alleanza. Sarà il tavolo dei leader a decidere in una sorta di compendio nazionale, legato soprattutto alla scelta in Veneto, che potrebbe sbloccare le altre regioni”. Pare che anche il risultato delle Marche, dove la riconferma di Francesco Acquaroli non è così scontata, possa influire. E rimescolare le carte. E’ davvero così? “Quasi sicuramente sceglieremo prima”, prova ad allontanare i retroscena Gemmato.
Ma intanto le settimane passano e in Puglia, a fronte di una sinistra che si arrovella tra veti e contro veti, il centrodestra sembra restare fermo. Forse perdendo un’occasione. “Capisco che possa sembrare così, in parte è vero. Ma vorrei far notare un altro aspetto”. Prego. “Tra di noi non ci sono divisioni e non proiettiamo all’esterno il dibattito interno, come invece fa il centrosinistra. Forse dal punto di vista comunicativo è una scelta che non paga, ma ripeto: siamo compatti. Nessuno pone veti, minaccia rotture o rivendica la scelta per il suo partito. Faccio un esempio concreto: ci può essere da parte del forzista Mauro D’Attis una forte aspirazione a fare il candidato, ma questo non diventa un motivo per litigare. E poi non è utile dire che il candidato sarò io, il collega Filippo Melchiorre, l’europarlamentare Francesco Ventola o un altro ancora, se poi il tavolo nazionale può sconfessare la decisione. Di certo per FdI non è un problema di classe dirigente: abbiamo 12 parlamentari che vengono dalla Puglia, sei consiglieri regionali e tre europarlamentari pugliesi”.
La Lega, nel frattempo, ha avanzato l’ipotesi di un candidato civico. Ma in questo quadro, il nome di Gemmato – legato a Giorgia Meloni da un legame di lungo corso (anche quest’anno hanno trascorso insieme le vacanze in Puglia) – potrebbe rappresentare un segno di attenzione particolare da Roma. “L’amicizia con Meloni è personale e datata. Ma non c’è solo questo. Ho abbracciato il progetto di FdI sin dal primo minuto, lasciando il Pdl. Conosco bene tutta la classe dirigente del nostro partito”. Gemmato rivendica inoltre una serie di risultati. “In Puglia alle ultime europee abbiamo ottenuto il 27 per cento, tre dei cinque parlamentari eletti nella circoscrizione meridionale sono pugliesi. Questo è sintomatico di un partito vivo”. Anche la sinistra alle europee è andata bene, in regione il Pd ha superato il 33 per cento. Eppure fatica a trovare la quadra. “Credo sia il segno di una vera spaccatura. Da parte di Decaro registro un tentativo molto maldestro, si è accorto al 92esimo – dice Gemmato, attingendo al gergo del calcio – che le cose non vanno. Vendola ed Emiliano sarebbero l’origine di tutti i mali. Ma non puoi accorgertene ora, dopo che ti hanno sostenuto come sindaco di Bari per due volte o più di recente sulla questione dello scioglimento del comune per mafia. Quando ci hanno messo la faccia erano buoni, adesso non più? Forse Decaro si è reso conto del fallimento sulla sanità pugliese e prova a prendere le distanze dal centrosinistra. E’ singolare però che l’europarlamentare del Pd ponga un tema di rinnovamento, chieda l’esclusione di una persona come Vendola – che stimo per la sua storia politica e culturale nonostante sia opposta alla mia – e non faccia lo stesso con i vari cacicchi che in tutte le province hanno esercitato il potere in maniera disinvolta”.
ùLe spaccature tra i progressisti comunque non sembrano le uniche. Da settimane, mesi, i giornali locali scrivono che tra lei e Raffaele Fitto i rapporti sono sempre più freddi. Gemmato, come stanno le cose? “E’ una narrazione che giornalisticamente può giovare. Ma è un tema che non esiste. Con Raffaele ci sentiamo sempre, gli ho fatto gli auguri di compleanno pochi giorni fa. E’ un esempio per molti, ricopre un ruolo importatissimo da vicepresidente della Commissione Ue, al servizio dell’Italia e della Puglia”. Insomma, nessuna divisione? “In un partito come FdI, al 30 per cento, c’è lo spazio per una sensibilità più di destra come quella che rappresento io e per una più moderata, di centro, che è quella di Fitto. Senza che tutto questo entri in contraddizione”.
A proposito: i segnali di uno spostamento di FdI su posizioni più popolari aumentano. Dove vanno i meloniani? “Proveniamo dalla tradizione storica della destra sociale, nazionale e popolare, che prevedeva proprio questo: riuscire a rappresentare anche le istanze di centro. Stiamo realizzando quello che aveva preconizzato Pinuccio Tatarella quando parlava di ‘andare oltre’. Se prendiamo percentuali così alte, dalla Puglia al Veneto – conclude Gemmato – è anche perché importanti spezzoni dell’elettorato di centro guardano a noi”.