Tutte le domande del giorno dopo la sparatoria a Minneapolis

In America il profilo dell’omicida riaccende la polemica. La strumentalizzazione della vicenda da parte di democratici e repubblicani, anche se i moventi politici sembrano confusi, e polizia e Fbi stanno ancora investigando

L’orribile sparatoria nella chiesa della scuola cattolica di Minneapolis è diventata subito uno strumento politico. Il fatto che l’omicida dei due bambini di otto e dieci anni avesse fatto una transizione di genere, almeno sulla carta, è diventato materiale per i podcaster e influencer trumpiani, che hanno sottolineato il fatto che il 23enne Mr Robert Westman sia diventato, a 17 anni e con l’approvazione della madre, Miss Robin Westman. Anche la scelta dei pronomi sui post segna la grande divisione. Gli attivisti per i diritti trans dicono di concentrarsi sulle vittime, alcuni democratici incolpano il facile acquisto delle armi sul territorio statunitense, anche se il Minnesota ha leggi più rigide di molti altri stati: le armi di Westman che hanno fatto fuoco sui bambini seduti in chiesa erano state acquisite legalmente.

Il presidente Donald Trump ha chiesto di mettere le bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici, ma alcuni abitanti dello stato si aspettano che il presidente manderà anche lì la Guardia nazionale, un’azione che molti americani vedono, secondo i sondaggi, come positiva per garantire maggiore sicurezza nelle strade. Il Minnesota ha un governatore democratico, quel Tim Walz candidato come vice di Kamala Harris alle scorse presidenziali, e a giugno erano stati attaccati con armi da fuoco alcuni politici locali democratici ed erano stati uccisi la ex speaker della Camera del Minnesota Melissa Hortman e suo marito. Qui a inizio mese ci sono state le primarie di partito per il sindaco di Minneapolis, vinte da un 34enne musulmano socialista, sull’onda del candidato sindaco di New York Mamdani.



A dare una lettura sensata della vicenda, togliendo in parte la strumentalizzazione, è il Wall Street Journal, che in un editoriale parla di un profilo, quello del killer “troppo comune in così tanti casi simili, e cioè quello di un giovane con una malattia mentale”. Westman da tempo scriveva sui social della “gioia che porta ammazzare bambini innocenti”, o i “maledetti ebrei sionisti”. Westman viveva in un appartamento a Richfield, non lontano dalla scuola cattolica che aveva frequentato da ragazzo e dove la madre lavorava come segretaria. L’impiego più recente del killer invece era in un negozio di marjuana legale. Nel video che ha postato su YouTube prima di uscire per uccidere, e poi ammazzarsi, si vedono caricatori di pistole, su un taccuino un preciso disegno della chiesa che Westman colpisce con un coltello, e in bianco c’è scritto “uccidi Donald Trump”, oltre a frasi motivazionali e celebrazioni di altri assassini stragisti come Breivik (strage di Utøya) o Lanza (Sandy Hook). Nel diario mostrato in video si vedono scritte in cirillico e bandiere Lgbtq. I moventi politici sembrano confusi, e polizia e Fbi stanno ancora investigando. Ma il Wsj denuncia il binomio malattia mentale e armi: nel 2025 ci sono state 58 sparatorie nelle scuole, senza contare le università.

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