Mosca attacca il ministro Abodi: nuova offensiva diplomatica contro l’Italia

L’ambasciata russa a Roma accusa il ministro dello Sport di usare “due pesi e due misure” con Israele e la Russia sulla questione dell’esclusione dei loro atleti dalle competizioni internazionali. La “lista dei russofobi” e la pressione di Mosca sulle istituzioni italiane

L’ambasciata russa a Roma attacca il ministro dello Sport, Andrea Abodi, dopo le sue dichiarazioni al Meeting di Rimini, accusandolo di usare “due pesi e due misure” con Israele e la Russia sulla questione dell’esclusione dei loro atleti dalle competizioni internazionali. Abodi, in risposta a una domanda sull’eventuale esclusione di Israele dalle competizioni internazionali, ha affermato che sarebbe “un passo indietro rispetto alla funzione principale dello sport, che deve unire e non dividere”. Abodi ha però aggiunto che la sospensione della Russia è “giustificata, in quanto le sue azioni hanno carattere ben più cruento”.

Le parole del ministro hanno provocato subito la reazione indignata di Mosca. In un lungo comunicato diffuso su Facebook, l’ambasciata ha parlato di “due pesi e due misure” e accusato Abodi di essersi “contraddetto”. “Sarebbe interessante sapere quale criterio venga applicato in Italia per stabilire quanto sia ‘cruento’ un conflitto”, si legge nella nota, che richiama i dati russi secondo cui, tra il 2014 e il 2022, nel Donbass sarebbero morti 14.000 civili, inclusi 500 bambini. Secondo Mosca, l’Occidente non avrebbe mai chiesto a Kyiv di fermare lo spargimento di sangue, mentre avrebbe imposto la massima pressione solo sulla Russia.

L’ambasciata ha poi invitato le autorità italiane a rispettare “i principi fondamentali del movimento olimpico” in vista dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, evitando dichiarazioni che “alterano il senso del compito loro affidato”.

Come funzionano le restrizioni alle Olimpiadi

Ma come funziona l’esclusione (o meglio: le restrizioni) degli atleti russi dalle Olimpiadi? È un tema complesso e che si è evoluto negli anni. In sintesi, il bando è stato deciso dal Comitato olimpico internazionale nel 2022, dopo l’invasione dell’Ucraina. Ma non si tratta di un bando totale: le federazioni sportive seguono la raccomandazione del Cio e ammettono in alcuni casi atleti russi e bielorussi come “neutrali”, cioè senza bandiera, inno o simboli nazionali. Restano esclusi invece gli sport di squadra e gli atleti legati a corpi militari o istituzioni statali coinvolte nel conflitto. Lo schema è stato applicato anche per i Giochi di Parigi 2024 e, salvo cambiamenti, varrà anche per Milano-Cortina.

Una sequenza di attacchi alle istituzioni italiane

Lo scontro con Abodi si inserisce in una serie di tensioni diplomatiche tra Mosca e Roma. A fine luglio il Cremlino ha inserito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lista nera di “russofobi”. Nella blacklist c’erano già il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, oltre a diversi nomi di leader internazionali come il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Merz, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, e il Segretario generale della Nato Mark Rutte. La decisione ha portato alla convocazione dell’ambasciatore russo al ministero degli Esteri italiano.

Non è la prima volta che Mosca punta il dito contro figure istituzionali italiane. Già in passato la presidenza della Repubblica era stata oggetto di critiche dirette da parte dei media e delle autorità russe, in un contesto segnato dal sostegno di Roma a Kyiv sul piano politico, militare e umanitario e dall’appoggio italiano alle sanzioni europee contro la Federazione russa.

L’Italia allineata con Ue e Nato

Dal 2022 l’Italia mantiene una linea di continuità con Bruxelles e gli alleati Nato, sostenendo l’Ucraina e la sua resistenza all’aggressione russa. Sul fronte sportivo, Roma ha sposato la scelta di escludere gli atleti russi dalle competizioni internazionali, considerandola una conseguenza delle azioni militari di Mosca.

L’offensiva verbale contro Abodi conferma come l’Italia, dalle sue più alte cariche istituzionali fino ai dicasteri di settore, sia diventata un bersaglio costante della retorica diplomatica russa. L’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, in un’intervista al quotidiano russo Izvesia di inizio agosto, ha parlato di “due nuovi virus” che hanno penetrato le élite italiane al posto del Covid, “la russofobia e l’ucrofilia, che acquisiscono forme particolarmente aggressive”. Questo perché la leadership italiana è ora “ermeticamente chiusa” a ogni canale di comunicazione ufficiale con la Russia, mentre rimane il mantra della “fedeltà alla Nato” e la “disponibilità a mettere in atto tutto ciò che viene da questa organizzazione aggressiva e distruttiva”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.