“La mia missione è fare in modo che l’Italia si riappropri del posto che le spetta, che merita, nel mondo: forte, fiera schietta, leale, in una parola autorevole”. A dirlo è la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al Meeting di Rimini. L’ultima volta che salì sul palco dell’appuntamento annuale di Comunione e liberazione era il 2022, Mario Draghi era il premier mentre lei ospite come leader di Fratelli d’Italia. Fu un confronto con gli altri leader di partito in cui Meloni, abbronzata, raccolse non pochi applausi. Presagio delle urne.
Il suo intervento quest’anno è stato accolto da una standing ovation. “Oggi sono fiera che l’Italia venga vista così a livello internazionale che non venga più considerata la grande malata d’Europa ma addirittura un modello di stabilità di serietà di governo, che gli investitori internazionali ci considerino una Nazione sicura tanto che ormai i tassi di interesse che paghiamo sul nostro debito sono in linea con quelli che si pagano in una nazione come la Francia”.
Rimanendo sullo scenario internazionale, “finalmente, dopo tre anni e mezzo in cui la Russia non ha dato alcun segnale di dialogo, in cui pretendeva banalmente la capitolazione di Kiev si sono aperti spiragli per un percorso negoziale”, ha detto la premier, ricordando che questi spiragli sono stati resi possibili “grazie all’iniziativa del presidente degli Stati Uniti, ma ancora di più grazie all’eroica resistenza del popolo ucraino e al compatto sostegno che l’occidente, l’Europa e l’Italia hanno garantito”.
Mentre sul fronte mediorientale, “non abbiamo esitato un solo minuto nel sostenere il diritto alla sicurezza di Israele dopo il massacro del 7 ottobre, un orrore”. Eppure, ha detto la premier, “allo stesso tempo non possiamo tacere ora di fronte a una reazione che è andata oltre il principio di proporzionalità, mietendo troppe vittime innocenti, arrivando, a coinvolgere anche le comunità cristiane, che sono da sempre un fattore di equilibrio nella regione”. Meloni ha poi ricordato quanto accaduto all’ospedale Nasser di Khan Younis, colpito lunedì dall’esercito israeliano: “Condanniamo un’ingiustificabile uccisione di giornalisti. Un inaccettabile attacco alla libertà di stampa e di coloro che rischiano la vita per raccontare la guerra”.
“Rivendichiamo il ruolo pragmatico propositivo dell’Italia sullo scacchiere internazionale e in seno all’Unione Europea”, ha proseguito Meloni, sottolineando come l’Ue sembri “sempre più condannata all’irrilevanza geopolitica, incapace di rispondere efficacemente alle sfide di competitività poste dalla Cina dagli Stati Uniti, come ha giustamente rilevato Mario Draghi qualche giorno fa da questo palco“. Di conseguenza, a livello europeo “dobbiamo sapere che per tornare protagonista della storia e del proprio destino non è facile, non è indolore e non è gratis. Bisogna essere disposti a pagare il prezzo della propria libertà e della propria indipendenza, dopo che per decenni noi abbiamo appaltato agli Stati Uniti la sicurezza europea, a costo di una inevitabile dipendenza politica”. L’Unione europea “deve ripartire da una visione politica con passione. Deve ridurre la burocrazia e sostenere la competitività delle imprese. Oltre il dibattito stantio, l’Europa in modo pragmatico faccia meno e meglio”.
Per quanto riguarda la gestione dell’immigrazione, Meloni ha rivendicato di aver dato una “cornice di serietà e rigore come mai avvenuto prima”, perché “un’immigrazione regolata e legale può essere una ricchezza, ma quella illegale e incontrollata è un danno per qualsiasi società”. La presidente del Consiglio ha poi messo in guardia: “Ogni tentativo che verrà fatto di impedirci di regolare il fenomeno migratorio verrà rispedito al mittente. Non c’è giudice, politico o burocrate che possa impedirci di far rispettare la legge dello stato italiano”.
Sul piano della politica interna, Meloni ha assicurato che il governo andrà “avanti con le tre grandi riforme”, da quella sull’autonomia alla giustizia, ma “prima fra tutte quella del premierato”, L’elezione diretta del capo del governo, ha spiegato, è “la garanzia più solida per la stabilità, che è uno straordinario fattore di competitività”. Quanto alla riforma della giustizia, si proseguirà con l’iter “nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati”.
Fra i problemi su cui Meloni ha promesso analogo impegno c’è anche quello del calo delle nascite. “Intendiamo combattere il declino demografico e la nostra scelta, e faremo ogni sforzo necessario, è di ricostruire una società amica della famiglia, amica della natalità, nella quale la genitorialità sia un valore socialmente riconosciuto, protetto e sostenuto”. A tale proposito, insieme al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini “stiamo lavorando a un grande piano casa” per garantire “prezzi calmierati alle giovani coppie, perché senza una casa è molto più difficile costruire una famiglia”, ha annunciato dal palco del Meeting la premier.
Sul fronte economico, “intendiamo continuare a sostenere le imprese”, ha detto Meloni. L’obiettivo principale “rimane quello dell’abbassamento strutturale del costo dell’energia, che pesa come un macigno sulla competitività italiana”. Fra i nodi economici più complessi che governo e Parlamento dovranno sciogliere nei prossimi mesi, c’è quello della Manovra. “È il momento di fare di più: vogliamo concentrare la nostra attenzione sul ceto medio, così da rendere il sistema più equo, più incentivante per chi produce reddito e contribuisce allo sviluppo della nazione”.
“Non sono qui a cercare consenso ma a chiedere una mano”, ha detto la premier concludendo il suo intervento: “Ciascuno prenda il suo cemento, i suoi mattoni perché è ora di costruire insieme”. Nel corso del suo discorso, Meloni ha usato varie volte la metafora dei mattoni: “Per chi come me ha responsabilità di governo costruire con mattoni nuovi significa comprendere il tempo in cui si vive”, mettere “mattoni che resistono a venti di tempesta, saltare le paludi”.