Per Leccese l’arte sacra non è contemporanea nemmeno se realizzata nel 2025. Così ha giustificato la cancellazione della mostra di Gasparro. Poco importa che il pittore barese sia più giovane di lui e che esistano ispiratissimi artisti sacri ancor più giovani
“La mia amministrazione ha voluto valorizzare l’arte contemporanea e Giovanni Gasparro fa arte sacra”. Questo ha detto il sindaco di Bari in una videointervista sulla cancellazione della mostra di Giovanni Gasparro che doveva tenersi nella pinacoteca cittadina. Dunque l’arte sacra non è arte contemporanea nemmeno se realizzata nel 2025… Un’interessantissima affermazione anticattolica. E’ la prima volta che sento un fautore dell’arte contemporanea, quale il sindaco è, sbilanciarsi in tal modo.
Di solito l’idea dell’incompatibilità fra sacro e arte nuova appartiene ai detrattori di quest’ultima, ad esempio Leonard Cohen (“Tutte queste pessime trovate; tutta questa bestemmia incarnata”), René Girard (“L’ethos distruttivo dell’arte contemporanea”), Michel Houellebecq (“L’atmosfera di decomposizione che accompagna l’arte contemporanea”). Non è la mia idea. Io credo che bestemmia, distruzione, decomposizione siano parole giuste per descrivere una sola parte dell’arte contemporanea: la corrente Cattelan. Poi però c’è la corrente Gasparro e fra l’altro il pittore barese è più giovane sia di Cattelan sia del sindaco di Bari, senza contare che esistono ispiratissimi artisti sacri più giovani di Gasparro (Miriana Lallo è del 1998). Il sindaco di Bari apra il Vocabolario Treccani: “Contemporaneo: chi vive e opera nell’età presente”.