I ritardi di von der Leyen sul Mercosur, “vitale” per l’Ue

L’accordo commerciale scivola in un cassetto. La Commissione non ha ancora presentato i testi giuridici, un passo indispensabile affinché entrino in vigore. E l’obiettivo della firma entro la fine dell’anno diventa sempre più improbabile

Bruxelles. Che fine ha fatto il Mercosur? L’accordo di libero scambio tra l’Ue e l’organizzazione di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay doveva essere il banco di prova della determinazione dell’Europa di diversificare e approfondire i rapporti commerciali con il resto del mondo, nel momento in cui Donald Trump si è messo a smantellare il vecchio ordine economico basato sulle regole. “Questo accordo non è solo un’opportunità economica, è una necessità politica”, aveva detto Ursula von der Leyen il 6 dicembre 2024 a Montevideo, dove era volata per concludere l’intesa dopo oltre 20 anni di negoziati. Domenica, in un articolo pubblicato da diversi giornali europei per difendere il brutto accordo raggiunto con Trump, von der Leyen ha nuovamente citato il Mercosur per spiegare che “l’Europa continuerà a rafforzare e diversificare i legami commerciali con ogni angolo del mondo”. Sono passati quasi dieci mesi e la Commissione non ha ancora presentato i testi giuridici dell’accordo. E’ un passo indispensabile affinché vengano approvati dai governi e dal Parlamento europeo, siano firmati ed entrino in vigore. “Tra pochi giorni”, rispondevano a fine giugno i portavoce della Commissione. Ma ancora nulla. “No comment”, ha detto ieri un portavoce al Foglio sulle ragioni del rinvio.

Dentro la Commissione viene suggerito che i negoziati con Trump hanno consumato molto tempo ed energia, impedendo ai funzionari di completare il lavoro sul Mercosur. Ma diverse fonti confermano che il lavoro tecnico è stato concluso a giugno. Lo stallo è legato alla politica. I governi di Spagna e Germania hanno fatto pressione su von der Leyen per accelerare. Business Europe – l’organizzazione che raggruppa le associazioni industriali – ha chiesto alla Commissione di “procedere senza ulteriori rinvii”. Invano. Von der Leyen teme che Francia e Polonia mettano insieme una minoranza di blocco contro l’accordo. Prima ha annunciato un fondo da 2 miliardi di euro per gli agricoltori in caso di crisi. Poi ha promesso un protocollo interno per rafforzare i controlli sulla sicurezza dei prodotti agricoli e il rispetto delle quote a dazio zero da parte del Mercosur. Le rassicurazioni non hanno smosso Francia e Polonia. L’Italia, considerata decisiva, è rimasta più ambigua, ma continua a chiedere garanzie per gli agricoltori.

Il compromesso penalizzante con Trump rafforza le ragioni a favore del Mercosur. “L’accordo costituirà la più grande zona di libero scambio del mondo: un mercato di oltre 700 milioni di consumatori, che stimolerà gli investimenti, rafforzerà le industrie strategiche e creerà posti di lavoro in Europa”, ha ricordato il presidente del Consiglio europeo, António Costa, il 9 luglio. Non è solo l’industria europea ad aver bisogno di nuovi sbocchi. Anche alcuni settori agricoli considerano il Mercosur un’opportunità. “Questo patto rappresenta una svolta per il vino italiano, con vantaggi chiave su dazi, barriere commerciali e tutela delle Indicazioni geografiche”, ha detto Unione Italiana Vini. A giugno il Comité Européen des Entreprises Vins, che rappresenta i produttori di vini, ha definito l’accordo essenziale. Era prima che Trump decidesse di non fare alcuna concessione per i vini e gli europei, lasciando i dazi al 15 per cento. A luglio Costa ha definito il Mercosur come un “interesse vitale per l’Europa” e assicurato che si poteva firmare “entro la fine dell’anno”. I ritardi di von der Leyen rendono questo obiettivo sempre più improbabile.

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