L’articolo dei chimici Ida e Walter Noddack del 1934, il Nobel del 1938 e una discutibile tesi revisionista
L’autore è professore ordinario al dipartimento di Fisica Aldo Pontremoli dell’ Università degli studi di Milano
L’articolo di Carlo Rovelli su Enrico Fermi pubblicato alcuni giorni fa sul Corriere della Sera non sopravvive a un attento fact-checking: contiene un certo numero di dati sbagliati e di affermazioni erronee. Lasciando da parte la tentazione di pensare che dati storici errati siano stati usati dall’autore per tirare acqua al mulino di una improbabile tesi revisionista (“Fermi fascista e pure cattivo scienziato”), veniamo al fact-checking. Rovelli fa riferimento a un articolo pubblicato nel 1934 dai coniugi chimici tedeschi Ida e Walter Noddack con una interpretazione degli esperimenti del gruppo di Fermi del 1934. In questo articolo, i Noddack ipotizzarono che Fermi, nel suo famoso esperimento, avesse in realtà ottenuto la fissione nucleare e non la creazione di nuovi elementi transuranici come invece sostenuto da Fermi nel lavoro che gli sarebbe valso il Nobel nel 1938 (per la scoperta del bombardamento con neutroni lenti). L’ipotesi dei Noddack, non supportata da alcuna evidenza sperimentale, e quindi pura speculazione, si rivelò a posteriori corretta. Tuttavia la mancanza di dati sperimentali a sostegno della loro ipotesi fece sì che la comunità scientifica non sposò la loro tesi, come da prassi nella scienza sperimentale, fino a quando nuovi dati decisivi furono mostrati anni dopo da Hahn e Meitner. Questi gli errori nell’articolo di Rovelli:
a) quando i coniugi Ida e Walter Noddack pubblicarono il loro articolo con l’interpretazione degli esperimenti del gruppo di Fermi, nel 1934, Fermi non era ancora stato insignito del Nobel (lo sarà solo nel 1938) come invece scrive Rovelli per far passare il messaggio di un Fermi Nobel arrogante che schiaccia le opinioni altrui; prima affermazione falsa.
b) non ha alcun senso sostenere, come fa Rovelli sul Corriere, che Ida Noddack in quanto chimica e non fisica, non godesse di considerazione da parte dei fisici: infatti il lavoro decisivo sulla fissione nucleare fu fatto proprio da un chimico, Otto Hahn, che per questo vinse il Nobel nel 1944; secondo errore
.c) non è neanche vero che Ida Noddack fosse una donna che lottava da sola contro una comunità di uomini, come scrive Rovelli in un tentativo di wokismo “a ritroso”, in quanto l’articolo in questione del 1934 la Noddack lo pubblicò insieme al marito Walter Noddack (i due, con Otto Berg, avevano scoperto il Renio nel 1925), dal 1935 ordinario di Fisica-Chimica a Friburgo; terzo errore. Che purtroppo la scienza sia dominata da una comunità di uomini è senz’altro criticabile, ma non per questo bisogna falsare il dato storico.
d) infine è discutibile la sopra citata doppia tesi revisionista di Rovelli nei confronti di Fermi, per i seguenti motivi. Dal punto di vista politico, Fermi non ebbe mai simpatie per il regime fascista. Come accademico, e questo è vero ancora oggi, doveva prima di tutto “sopravvivere” ovvero garantire la copertura finanziaria per le sue ricerche che all’epoca poteva provenire solo dal regime fascista. Almeno finché non decise di espatriare, nel 1938, per le leggi razziali (il suocero di Fermi fu assassinato ad Auschwitz in quanto ebreo), non esistevano alternative a una cauta convivenza col regime (che comprendeva le forzate ma in fondo innocue propensioni al nazionalismo ricordate da Rovelli), a meno di decidere di cambiare professione. Ricordiamo che in quegli stessi anni persino Norberto Bobbio dovette prendere la tessera del partito per fare carriera accademica. Dal punto di vista scientifico, quello che Rovelli chiama “errore” di Fermi in realtà tale non fu: semplicemente Fermi e i suoi sapevano benissimo di non avere dati a sufficienza per poter proclamare di avere osservato la fissione, e quindi fornirono l’interpretazione che in base ai dati in loro possesso sembrava più probabile. Semmai fu eccessiva cautela da parte di Fermi, ma così funziona la fisica sperimentale (con la quale forse Rovelli essendo un teorico della gravità quantistica ha meno dimestichezza e per questo lo possiamo forse scusare).
Va infine ricordato che grazie proprio a questo (scientificamente ineccepibile) eccesso di cautela da parte di Fermi nell’interpretare gli esperimenti del 1934 possiamo dire di averla scampata bella: se Fermi avesse proclamato la scoperta della fissione nucleare nel 1934, i tedeschi avrebbero avuto tutto il tempo di costruire una bomba atomica nazista prima del 1945, con l’evidente conseguenza che non ci saremmo mai liberati del nazismo e delle sue atrocità.