Una mostra e un corto: il meeting di Rimini su Grossman

Il cortometraggio del regista Nicola Abbatangelo mette in scena la storia raccontata dallo scrittore russo. Al centro la vita di un professore che si oppone al potere ideologico in nome della verità e della propria correttezza umana. Ma dopo una telefonata con Stalin tradisce i suoi ideali di giustizia

Nella mostra su Vasilij Grossman, “La forza dell’umano nell’uomo”, che viene proposta in questi giorni al Meeting di Rimini, e che sarà poi in inverno al Polo del Novecento di Torino, oltre alla parabola letteraria e filosofica del realismo del grande autore russo di origine ebraica, c’è anche un interessante cortometraggio del regista Nicola Abbatangelo (DOC, Blanca, Sandokan, You) interpretato da Alessandro Preziosi. Nel corto, visibile solo all’interno della mostra, si sviluppa una delle tante facce del confronto tra il singolo essere umano e il potere, qualunque forma esso abbia.

Come raccontato in Vita e destino, la scena si svolge all’Università di Mosca, negli anni della Seconda guerra mondiale. Un professore universitario bravo e capace, persino geniale, per tanti anni si è opposto al potere ideologico in nome della verità del proprio lavoro e della propria correttezza umana. Con le sue ricerche di fisica ha servito la patria ma ha sempre condannato abusi e soprusi. Ebreo di nascita, ha visto crescere progressivamente l’odio antisemita anche in Unione Sovietica e ora lo subisce personalmente, con esclusione dalla vita accademica e sociale. Ma proprio nel punto decisivo, quando sta per abbandonare l’università e il lavoro, gli telefona Stalin in persona. E’ un momento drammatico. Le telefonate di Stalin, che accadevano realmente, potevano essere morte o risurrezione, e in ogni caso determinavano del tutto la vita del malcapitato. Nel suo caso è una telefonata di riabilitazione ma anche di condizionamento e il professore, che aveva resistito alla persecuzione, crolla miseramente di fronte alla blandizie, rinnegando in un attimo e in pubblico tutto ciò in cui aveva creduto.



Perché? Perché il professore tradisce i suoi ideali di giustizia? E’ calcolo o stanchezza? Volontà di salvare altri o paura? Necessità di essere comunque approvato e accettato in un gruppo che è ormai il suo o debolezza psicologica di fronte alla pressione sociale? Bisogno di fuggire alle esigenze troppo stringenti della verità o compulsione di tornare a essere protagonista nel suo ambito? Grossman non giudica. Il professore universitario è il suo alter-ego. Egli sa che in tutti gli atti di tradimento dell’amico o, peggio, della verità dell’amicizia i motivi stanno sempre tutti insieme. Allo stesso autore russo è capitato due volte nella vita di firmare petizioni di cui si vergognerà per sempre. Proprio qui secondo Grossman si trova la differenza tra tipi di esseri umani. “Deboli sono i giusti e deboli i peccatori. La differenza è che, compiuta un’opera buona, un uomo meschino se ne vanta in eterno, mentre il giusto non si accorge nemmeno delle sue buone azioni, ma ricorda in eterno un peccato che ha commesso”.


Come in Dante, in Grossman la colpa suprema è tradire la verità incarnata nell’amicizia. Poco o tanto, dice l’autore russo, siamo tutti colpevoli, anche se il tradimento pubblico è più evidente e doloroso perché inganna molti. Eppure, ed è questo il senso della mostra che si appoggia soprattutto al romanzo Tutto scorre e agli ultimi racconti della vita di Grossman, ci deve essere da qualche parte la possibilità del perdono, di una forza segreta che ci faccia ricominciare dopo gli sbagli. E’ una necessità umana profonda che Grossman, da agnostico, rileva come cruciale per la vita umana e che ascrive alla misteriosa forza incarnata nella maternità, in ogni relazione madre-figlio. Senza questa forza, non c’è possibilità di vita né di pace. E’ una conclusione universale piena di speranza e riguarda momenti personali, comunitari, sociali e politici. Non è poco in un’epoca come la nostra, violenta, inquieta, equivoca.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.