A Shanghai l’intelligenza artificiale si usa per massimizzare la propaganda

Dall’ideazione alla messa in onda, ogni fase della produzione giornalistica di Shanghai Media Group è automatizzata. Avatar-presentatori, traduzioni simultanee e cronache sportive in realtà aumentata

Xi’an, Cina. Una catena di montaggio applicata alla notizia, e interamente automatizzata grazie all’intelligenza artificiale. Shanghai Media Group (SMG), conglomerato che riunisce tv, radio, piattaforme digitali e produzione, ha messo a punto una strategia esplicita, “SMG in AI”, che va oltre il mero utilizzo dell’AI come assistente, e ambisce a far entrare il supporto tecnologico ovunque, dalla riunione di redazione alla messa in onda. In sintesi, la “War room” di SMG funziona così: l’AI scrive la bozza della notizia, crea gli avatar-presentatori con labiale sincronizzato, e persino una versione in lingua dei segni. Ogni notizia viene poi istantaneamente sbobinata, sintetizzata e distribuita nelle varie piattaforme social. SMG riesce in questo modo a coprire più di duecento paesi, senza avere inviati o corrispondenti sul posto – un approccio evidentemente non privo di potenziali ricadute etiche e sociali.La tecnologia di SMG

si basa su modelli esperti, addestrati su domini specifici, servizi comuni (come per esempio il riconoscimento, la sintesi, la traduzione, la ricerca negli archivi), accoppiati con una rete di produzione intelligente e regole di governance della tecnologia molto chiare, per non subirla ma piegarla alle proprie necessità. Uno degli ambiti principali di sperimentazione è lo sport, un campo in cui è più semplice testare la raccolta dati in tempo reale e le sovrimpressioni in realtà mista.

Già alle Olimpiadi di Parigi dello scorso anno l’unità AI del gruppo ha curato infatti la cattura, la calibrazione e la visualizzazione dei dati con grafica aumentata durante le partite di ping pong, facendo diventare la trasmissione un cruscotto in tempo reale senza al contempo perdere ritmo nella cronaca. E’ un approccio che deriva dagli e-sports, le gare di videogiochi in cui dati ed elaborazioni live creano valore come, e in alcuni casi in misura ancora maggiore, rispetto al contenuto stesso.

SMG spinge inoltre anche su format popolari. L’uso di conduttori digitali è diventato un tratto distintivo forte nella loro offerta: avatar capaci di presentare, cantare, fare da spalla a star e ospiti in prima serata hanno acquisito ormai una loro personalità ben definita e riconoscibile. Nel frattempo, le controllate tecnologiche del gruppo fungono da ulteriori laboratori mettendo in vetrina strumenti pronti a scalare anche indipendentemente dalla casa madre: sistemi di “scrittura magica” per bozzetti e scalette, sintesi vocale naturale, motori per la creatività generativa applicati a cultura, intrattenimento e sport, fino a progetti dimostrativi su visualizzazione, ultra-alta definizione, fruizione senza barriere e cloud gaming.

Un metodo che, ancora una volta, non risulta casuale, se è vero che il Partito ha designato Shanghai come la ‘capitale dell’AI’ del paese, e in cui nessun settore può dirsi esente dalla sperimentazione. Al contrario però di quanto si penserebbe leggendo online generalizzazioni di singoli casi, specialmente quando si parla di Asia, questo non è il modello standard al momento in Cina: si tratta invero di un’eccezione, resa tanto più possibile in un contesto in cui non esiste giornalismo d’inchiesta, e l’industria dei media si sovrappone e in qualche modo fa da cassa di risonanza ai comunicati della Xinhua, l’agenzia di stampa governativa. Per quanto l’automazione sia forte, la redazione non prescinde comunque da un pensiero umano: anzi, il modello di SMG unisce alla componente tecnica una forte regia centrale espressa in fase di progettazione: ed è la capacità di orchestrazione di persone, archivi e algoritmi in un flusso unico e riconoscibile la chiave per un radicamento sostenibile ed etico di queste tecnologie anche nel settore dei media.

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