L’assemblea dice no all’alternativa proposta dall’ad di Piazzetta Cuccia: naufraga il progetto Banca Generali, mentre prende slancio il fronte pro-Siena, sostenuto da Caltagirone, Delfin e dal governo. Decisivi gli astenuti. Ora l’ops Mps può superare la soglia minima di successo
La scalata del Montepaschi a Mediobanca può proseguire. E’ fallito il tentativo dell’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, di proporre ai soci di Piazzetta Cuccia un piano alternativo al matrimonio con Siena – vale a dire costruire un polo di wealth management attraverso l’acquisto di Banca Generali in cambio della cessione della partecipazione del 13 per cento detenuta nel gruppo Generali. Questo vuol dire che il gioiello della corona di Mediobanca resta in casa con soddisfazione degli scalatori che puntano poi a prendere il controllo della compagnia di Trieste.
L’assemblea ha bocciato la proposta di Nagel. Per l’ad di Mediobanca si tratta di una “opportunità mancata” che spingerà il management a rifocalizzarsi sul percorso “stand alone” che a questo punto, però, è difficile possa realizzarsi. Per il fronte degli scettici e dei contrari è la scelta giusta per proseguire sulla strada che porta a Siena, che prevede l’integrazione della banca commerciale con la storica investment bank, progetto sostenuto dai grandi soci Caltagirone e Delfin e avallato dal governo Meloni.
Decisiva è stata la scelta degli astenuti (32 per cento) vale a dire Delfin, Benetton, le Casse di Previdenza, in primis – mentre a esprimersi contro il progetto è stato soprattutto Francesco Gaetano Caltagirone. A favore ha votato solo il 35 per cento del capitale.
Lo scarto tra i due schieramenti è stato alla fine circa il 7 per cento.
Ora l’attenzione è concentrata sull’esito dell’ops avanzata da Mps, banca di cui il Mef è socio all’11 per cento, che terminerà l’8 settembre. Se lo schema degli schieramenti emersi in occasione dell’assemblea di oggi venisse confermato, si può prevedere una percentuale di adesioni all’offerta senese che supera la soglia minima fissata dall’ad di Siena, Luigi Lovaglio, per ritenere riuscita la conquista di Piazzetta Cuccia, anche se per ribaltare il cda della banca d’affari la strada potrebbe essere lunga e tortuosa, considerato il sostegno degli investitori di mercato a Nagel.
Ecco come hanno votato tutti i soci di Mediobanca:
favorevoli pari al 35 per cento del capitale sociale, rappresentato per il 25 per cento da investitori istituzionali e per il 10 per cento da investitori privati;
contrari pari al 10 per cento del capitale sociale, sostanzialmente il Gruppo Caltagirone;
astenuti pari al 32 per cento del capitale sociale, di cui il 20 per cento Delfin, 5 per cento Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3 per cento investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2 per cento Edizione Holding, 2 per cento Unicredit.