Non esiste l’epidemia di taser

Due persone morte dopo aver ricevuto scariche elettriche dalle pistole a impulsi elettrici. I fatti, i controlli sempre necessari e le insulse polemiche mediatiche

Quando i giornali titolano “processo al taser”, siamo dalle parti di “emergenza botulino”, un’invenzione mediatica senza basi ma in grado di influenzare l’opinione pubblica, e di generare un inevitabile e dannoso ricasco sulla polemica politica. Molto meglio rimanere ai dati di realtà: non esistono epidemie di botulino né tanto meno di taser. E’ accaduto invece che in due giorni, a Olbia e poi a Genova, due persone sono morte dopo aver ricevuto (al momento non è ancora stato chiarito se “per” aver ricevuto) scariche elettriche dai taser, l’acronimo che indica le pistole a impulsi elettrici in dotazione alle forze dell’ordine italiane dal 2022 (non una dotazione indiscriminata: solo 5 mila apparecchi in 18 comuni). Un altro caso di morte era avvenuto a Pescara in giugno, in totale sono cinque le morti collegate al taser. Mancano dati su quanti utilizzi totali siano stati fatti dello strumento, e fornirli sarebbe compito meritorio del Viminale.

Ma il sindacato Sap spiega che “i dati rispetto alle conseguenze negative dello strumento sono confortanti, le conseguenze permanenti sono 3 su 1.000 rispetto all’arma da fuoco”, che in casi di gravi pericoli d’incolumità sono purtroppo l’alternativa reale, e l’azienda che li produce assicura la sicurezza “al 99 per cento”. E’ davvero così? Servirebbero migliori evidenze statistiche e mediche, e certo serve un rigoroso controllo. Non è un caso che siano allo studio strumenti più sicuri ed efficaci. Ma evidentemente lo strumento in sé non è criminalizzabile, e la consueta polemica sinistra-destra è in questo caso più stucchevole del solito. E bene fa il comando generale dei Carabinieri a esprimere “sostegno incondizionato ai colleghi coinvolti”. Da più parti il taser è stato denunciato come “strumento di tortura”, ma anche qui è necessario stare ai fatti. A definirlo così, dal 2007, è un documento dell’Onu, che però si riferisce al suo uso improprio e criminale da parte di regimi dittatoriali, ad esempio nelle carceri, o per reprimere manifestazioni. Ma non è il caso dell’Italia, non esistono epidemie di taser.

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