Il diario di Fazzolari a Washington con Meloni: “Mosca potrebbe non rispettare gli accordi”

Il sottosegretario ha accompagnato la premier al vertice sull’Ucraina. Il dossier del centro studi di Fratelli d’Italia, emanazione del sottosegretario: “Putin non ha già rispettato i patti a scapito di Kiev anche se ora Mosca è in difficoltà”

Nemmeno il tempo di tornare a Roma che subito è partito il dossier di Fratelli d’Italia sulla visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca per il vertice fra i leader europei, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Donald Trump, il padrone di casa. La nota informativa dell’ufficio studi di Via della Scrofa mai come questa volta sembra portare la firma di Giovanbattista Fazzolari, braccio destro della premier, presente alla missione americana. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha partecipato, come si vede nella foto, all’incontro preliminare all’ambasciata ucraina a Washington. Nel dossier che il Foglio ha potuto consultare – sette pagine – c’è un’analisi di quanto accaduto in queste ultime 24 ore. Vale soffermarsi su alcuni passaggi che sembrano usciti dalla penna di Fazzolari, in questa specie di diario.

“Il fatto che Kiev richieda condizioni di sicurezza per il futuro è naturale e frutto della storia: non sarebbe una novità per la Russia disattendere gli accordi a scapito dell’integrità territoriale dell’Ucraina (si veda il fallimento del Memorandum di Budapest). E siamo orgogliosi che, per dare quelle garanzie, l’opzione sul tavolo da cui si parte sia quella proposta – già da diversi mesi – da Giorgia Meloni. Un modello, oggi ampiamente condiviso, basato su garanzie simili a quelle previste ex articolo 5 del Trattato Atlantico che però non preveda l’ingresso nella Nato, essendo di fatto un meccanismo esterno all’Alleanza”. In poche parole il partito della premier teme che Mosca possa violare gli accordi che in queste ore tra mille difficoltà iniziano a prendere forma.

Visto che la premier Meloni, per sua ammissione a Trump, non ama parlare e rispondere alla stampa, occorre attaccarsi al fumo della pipa che esce da questo dossier. Altro passaggio interessante. “Ad oggi Mosca è in difficoltà: non è riuscita a prendere il controllo totale neanche delle regioni di cui ha proclamato l’annessione nel settembre 2022. La Russia è impantanata in una guerra di logoramento che sta decimando soldati e mezzi a fronte di modestissimi risultati: in un anno si parla della conquista dell’1,9% del territorio ucraino, in tre anni e mezzo il terreno conquistato non arriva al 19%. Insomma, un quadro molto differente rispetto alla minaccia russa iniziale di riuscire a prendere Kiev in tre giorni. La resistenza ucraina ha potuto contare su un appoggio a 360 gradi da parte dell’Occidente”.

Il resto della nota informativa prende di mira le opposizioni e “molta stampa”. Accusati di essersi “prodigati a sminuire gli avanzamenti di questi giorni, si sono concentrati più sull’ormai famoso tappeto rosso che sulla sostanza: hanno addirittura parlato di una sconfitta per l’Occidente. Spiace constatare, ancora una volta, che le mire elettorali prevalgano addirittura su questioni così importanti che vedono in gioco la vita di milioni di persone e la sicurezza di un intero continente“.

Il senso di questa informativa a uso e consumo dei parlamentari di Fratelli d’Italia serve anche a difendere l’operato di Trump: “Coloro che oggi riducono l’entità dei passi avanti nel negoziato sono gli stessi che attaccavano Trump per aver sostenuto di poter porre fine al conflitto rapidamente: insomma, prima erano consapevoli che si trattasse di un processo lento, ora si aspettano la pace nel giro di qualche ora? E sono quelli che chiedevano che l’Europa e l’Ucraina partecipassero ai negoziati, gli stessi che oggi si arrampicano sugli specchi faticando a trovare qualcosa per cui attaccare il Governo Meloni. Ancora una volta la grande assente, per la sinistra, è la coerenza”.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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