Così ora i nostri telefoni saranno meno bombardati dalle chiamate spam

L’Agcom ha imposto i primi blocchi alle chiamate da numeri fissi esteri con numeri italiani falsificati. L’obiettivo è contrastare truffe e telemarketing aggressivo. E da novembre arriva la fase due, con lo stop

Da domani scatta il primo blocco alle telefonate da numeri fissi esteri camuffati da numeri italiani. È quanto stabilito dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che ha imposto agli operatori telefonici l’introduzione di filtri anti-spoofing per impedire che i cittadini ricevano chiamate da numeri falsi, apparentemente italiani ma in realtà manipolati da call center esteri. Lo spoofing – termine che indica la falsificazione del numero di chiamata – è una tecnica sempre più diffusa che consente a chi chiama di mascherare la propria identità telefonica: utilizzando software specifici, i truffatori riescono a far apparire un numero italiano (spesso con prefissi riconoscibili come 02, 06 o 041) per aumentare la possibilità che l’utente risponda, convinto si tratti di una chiamata affidabile. Queste tecniche sono spesso utilizzate per promuovere servizi non richiesti, contratti di energia o investimenti finanziari, ma anche per mettere in atto alcune truffe.

Le nuove misure prevedono due fasi: dal 19 agosto scatterà il blocco delle chiamate internazionali che utilizzano falsi numeri fissi italiani, mentre dal 19 novembre lo stop sarà esteso anche ai numeri mobili. Solo nel caso in cui l’utente sia effettivamente in roaming all’estero le chiamate saranno permesse. Gli operatori che non si adegueranno rischiano sanzioni fino a un milione di euro. Le aziende che operano secondo la normativa potranno comunque continuare a contattare gli utenti usando numeri riconoscibili e assegnati regolarmente, rispettando gli orari consentiti e l’iscrizione al registro pubblico delle opposizioni.

Associazioni dei consumatori come Assoutenti e Adiconsum hanno accolto positivamente l’iniziativa, pur sottolineando che si tratta solo di un primo passo nella lotta contro il telemarketing selvaggio. Il Codacons tuttavia ha espresso dubbi sull’efficacia di queste nuove regole, sostenendo che queste non risolveranno il problema perché, nonostante i nuovi blocchi, sarà ancora possibile per i call center aggirare le restrizioni utilizzando altri metodi. Il blocco “non coprirà tutte le chiamate pubblicitarie, lasciando fuori quelle che utilizzano numeri con prefissi internazionali”. Un altro elemento sottolineato da Carlo Rienzi riguarda la capacità dei call center illegali di adattarsi alle nuove restrizioni. L’associazione avverte che queste strutture sono in grado di modificare rapidamente le proprie tecnologie per eludere i controlli.

Ad oggi per proteggersi da telefonate indesiderate esisteva solo la possibilità di iscriversi al “registro pubblico delle opposizioni”, cioè una lista di numeri telefonici che non vogliono ricevere chiamate commerciali. Ma i risultati sono discutibili. Secondo i dati citati dal Codacons, “i 32 milioni di utenti iscritti attualmente al registro” non impediscono che “ogni italiano riceve in media ogni settimana dalle 5 alle 8 telefonate commerciali”. Negli ultimi anni è cambiato anche il contenuto delle chiamate indesiderate. Se in passato l’obiettivo era spesso la vendita di contratti per servizi come luce, gas o telefonia, oggi puntano anche su offerte ad alto rischio economico, compresi “investimenti finanziari o in bitcoin, col rischio di far perdere ingenti somme ai consumatori”.

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