Gli ucraini insonni dopo l’Alaska aspettano l’incontro di Washington

Le strette di mano con Putin, l’atteggiamento del presidente americano, le poche speranze di un incontro a tre. Il realismo di Kyiv prima del viaggio di Zelensky da Trump

Zhanna Maksimenko è documentarista ucraina e come molti altri ucraini, ha assistito in diretta all’incontro in Alaska fra Donald Trump e Vladimir Putin nella notte tra il 15 e il 16 agosto. “È stato come vedere un adolescente che incontra il suo idolo, ma l’idolo non ha voluto fargli un autografo“, parlando con il Foglio, Maksimenko descrive così le sue impressioni. È rimasta colpita dagli onori con cui il leader russo, responsabile di crimini di guerra in Ucraina e dell’occupazione dei suoi territori, è stato accolto negli Stati Uniti. Il tappeto rosso, che i soldati americani hanno steso inginocchiandosi, il giro in auto con Trump, le strette di mano calorose e le foto insieme con i volti felici. All’arrivo del presidente russo, si sono innalzati degli aerei da combattimento che forse avevano l’obiettivo di intimidire Putin, ma né i tappeti né i caccia hanno prodotto risultati, perché alla fine il vertice si è concluso nel nulla.

Il presidente degli Stati Uniti voleva raggiungere un accordo specifico, di cui aveva parlato più volte il giorno prima: un cessate il fuoco immediato e incondizionato. Il leader russo ha rifiutato, ma ha elogiato Trump per il suo desiderio di comprendere le “radici del conflitto ucraino”. Putin ha nuovamente affermato di considerare gli ucraini un popolo fratello, sebbene il suo rifiuto di accettare un cessate il fuoco significhi che non rinuncerà a ucciderli nemmeno per un giorno. Non ha accettato neppure una “tregua aerea” che ridurrebbe il numero di vittime civili.

Olga Dukhnich, responsabile del dipartimento di demografia e migrazione del Frontier Institute di Kyiv, afferma di provare persino pena per coloro che sono rimasti svegli tutta la notte in attesa di qualcosa di epocale dal vertice in Alaska. “Il destino dell’Ucraina si sta ancora decidendo sul fronte ucraino”. Per ogni evenienza, ha già tirato fuori un materasso dall’armadio: se stasera dovesse suonare l’allarme, Dukhnich prevede di dormire in un parcheggio sotterraneo. Mentre erano in corso i preparativi per l’incontro Trump-Putin, la Russia non ha bombardato Kyiv. Ora, teme, nulla le impedisce di lanciare le sue scorte accumulate di missili e droni sulla capitale.

In guerra, tutto è molto più complicato di questi negoziati vistosi ma fallimentari”, aggiunge Masi Nayyem, avvocato e militare ucraino. “Quei soldati russi che uccidono civili e torturano i prigionieri di guerra lo fanno perché gli piace”, ne è convinto. “E finora la leadership russa non li ha fermati; anzi, invia sempre più persone al fronte. Sono sul nostro territorio e nessuno ci ha tolto il diritto di combatterli”, afferma Nayyem. Di ritorno dall’Alaska a Washington, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha telefonato al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Inizialmente hanno parlato solo tra loro, poi hanno coinvolto nella conversazione anche i leader europei.

Zelensky, riferendo sui risultati di questa conversazione, ha affermato di sostenere l’idea di Trump di tenere un incontro trilaterale a livello Ucraina-Stati Uniti-Russia. Lunedì ne discuterà alla Casa Bianca durante un incontro personale al quale presidente americano ha invitato anche gli europei. In Alaska però Trump e Putin non hanno affatto parlato di un incontro trilaterale, ha affermato l’assistente del Cremlino Yuri Ushakov, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass. “Putin ha ancora una volta guadagnato tempo”, ne è certo il politologo Oleg Saakyan, Trump non gli ha imposto nuove sanzioni e in un’intervista a Fox News ha affermato che ora tutto dipende dal presidente Zelensky. Il presidente degli Stati Uniti consiglia al leader ucraino di raggiungere un accordo con la Russia anche a costo di concessioni territoriali. “La Russia è una forza molto forte, l’Ucraina no”, ha dichiarato in un’intervista.

L’Ucraina deve giustificarsi di nuovo e spiegare alla leadership della Casa Bianca che non è contraria alla pace e sostiene gli sforzi diplomatici, è pronta a discutere di territori, ma vuole garanzie di sicurezza affidabili che la proteggano da una nuova guerra con la Russia. Kyiv lo ripete da sei mesi, ma dopo il vertice in Alaska è costretta a ripeterlo di nuovo. “Questo ci fa fare un passo indietro nel rafforzamento della pressione internazionale sulla Federazione Russa”, ritiene Saakyan.

Ma in questo incontro, gli ucraini hanno anche notato aspetti positivi. In primo luogo, tutto avrebbe potuto andare molto peggio: l’accordo avrebbe potuto essere concluso con l’Ucraina all’oscuro di tutto. La gente è stata anche contenta che gli americani siano scesi in piazza in Alaska per protestare per due giorni consecutivi con le bandiere ucraine, esprimendo sostegno alla vittima dell’aggressione, non all’aggressore. E l’Europa continua a sostenere Kyiv. I leader europei esprimono posizioni comuni con l’Ucraina nelle comunicazioni con Trump. E Reuters ha riferito che la First Lady statunitense Melania Trump, tramite il marito, ha inoltrato a Putin una lettera sui bambini ucraini rapiti dalla Russia. “Se è così, questa è la cosa migliore che potesse succedere lì”, osserva l’attivista per i diritti umani Oleksandra Dvoretskaya. Foto e strette di mano condivise non sono così importanti se i bambini tornano in Ucraina.

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