Salvini parcheggia la betoniera e risale sulla ruspa

Dimenticato il progetto del Ponte, il leghista riprende la linea dura sui campi rom e la sicurezza urbana con foto di delinquenti e vecchi manifesti. Core business elettorale e nostalgia da Viminale. Meloni lo affianca per non lasciargli il monopolio del “brutalismo”

Non ce la fa, torna a sognare un mondo di ruspe verticali, spianate orizzontali, la Salvini city come una Gotham ripulita. L’illusione del Salvini ingegnere, il Renzo Piano con la Nutella, è durata meno dei 15 minuti, il tempo di percorrenza che promette nel 2035 da Messina a Reggio Calabria. Si butta nuovamente sui campi rom di Milano e lancia una “campagna anti crimine” con foto di delinquenti, promette nuovi manifesti al posto di quelli che a Roma il Comune gli ha strappato. Sia chiaro, non lo fa perché c’è un problema di sicurezza a Milano (che c’è) non lo fa per dimostrare il limite della sinistra sulla sicurezza.

Spiegano in Lega che è un’operazione comunicativa, pensata, perché “i nostri elettori ci chiedono questo” e la sicurezza è il nostro “core business” tanto più in vista delle elezioni regionali. Si torna all’antico e dunque ai “numeri del male” che Salvini amplifica, i numeri del Viminale che per fortuna il ministro Matteo Piantedosi, al Tg5, non agita come manganello.

Per non lasciarlo solo anche Meloni, sui suoi social, scrive che “il nuovo decreto Sicurezza trasforma le parole in fatti contro i ladri di case”, e insegue il rombo del cingolato. Condivide anche Meloni – e lo fa per non lasciargli il golden power della forza, del brutalismo – i servizi televisivi dei Tg con appartamenti sgomberati. Da ieri le bacheche della Lega, dei suoi parlamentari, sono piene di vecchie maglie, vecchie fotografie di Salvini ministro dell’Interno. Niente. Non c’è verso. Ruspa batte betoniera. Il nuovo non riesce a liberarsi del vecchio Salvini. Anche la speranza è stata sgomberata.

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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