Il presidente russo “sta prendendo tempo” dice il politologo. La sua intenzione sarebbe quella di posticipare o respingere le minacce tariffarie dell’Amministrazione statunitense
“Putin sta prendendo tempo”, dice il politologo Ian Bremmer al Foglio. E’ uno dei suoi obiettivi dell’incontro di venerdì con il presidente americano in Alaska. “La disponibilità di Putin a viaggiare negli Stati Uniti è simbolicamente ossequiosa verso Trump, un tratto caratteriale di Trump che lo rende vulnerabile e che può essere facilmente sfruttato”, continua Bremmer, che ha fondato e dirige l’Eurasia Group. “Questo dà un po’ di tempo a Putin, soprattutto se gli viene offerta una certa flessibilità nei punti negoziali”, ma che gli Ucraini, “accetterebbero molto difficilmente”. Cosa vuole Putin, quindi, in questo momento? “La sua intenzione è posticipare o respingere le minacce tariffarie di Trump”, che il presidente americano ha deciso di anticipare, “e creare un divario tra Stati Uniti e Europa”. Questo, spiega l’esperto di geopolitica, “sarebbe stato più semplice alcuni mesi fa, prima che gli europei rafforzassero il coordinamento e il loro supporto all’Ucraina”.
In fondo, l’Ucraina “può continuare a combattere anche senza il supporto statunitense, dato che ora l’Europa si è fatta avanti”, dice Bremmer. “L’Europa è diventato un attore più centrale, e questo vuol dire che Trump non ha più la capacità di condurre gli accordi e obbligare gli ucraini a capitolare”. Questo sul breve termine. Ma tra non molto l’Ucraina, “sarà davanti a una sfida seria: non avranno più gli uomini per continuare a mantenere il fronte, e Putin questo lo sa bene, ed è parte del motivo per cui non ha interesse ad accettare un cessate il fuoco”. Cosa si potrebbe ottenere da questo incontro in Alaska, che Trump vuole usare come piattaforma per ottenere il Nobel per la pace?, chiediamo a Bremmer. “Trump e Putin potrebbero annunciare una svolta, che però molto difficilmente si trasformerà in una vera fine del conflitto e dei combattimenti”, dice l’esperto. “Il punto è se, davanti a Trump, Putin riuscirà a spostare la ‘colpa’ per la guerra in corso su Zelensky”. Se riuscisse a convincere il presidente americano che è tutta colpa degli ucraini, “sarebbe una vittoria per Putin, ed è il suo obiettivo principale in Alaska”. E l’Europa cosa può fare? “Gli europei devono tenere duro ed evitare il più possibile che questo accada. Per questo abbiamo urgente bisogno di un coordinamento, e di sforzi che già vediamo nel dialogare con Trump prima dell’incontro di Anchorage”.