“L’esclusione dal Nitag lascia l’amaro in bocca. Bene accogliere le voci critiche, ma serve un tavolo ad hoc. Il ministro riveda la composizione dell’organismo”. Colloquio con il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri
“Se l’intenzione era quella di dare spazio anche a voci critiche sui vaccini, credo che quella sia la sede sbagliata per farlo”. Lo dice al Foglio Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo). Per l’assocazione di categoria dei dottori sono giorni di bocconi amari. Dopo il rinvio a data da destinarsi dello “scudo penale” per i camici bianchi, ora c’è anche l’esclusione dal Nitag, il comitato tecnico del ministero della Salute sui vaccini. Qualche giorno fa sono usciti i nomi che lo comporranno, ma fra i 22 nuovi membri non spunta nessun rappresentante della Fnomceo. Al loro posto, invece, ci sono due medici antivaccinisti. “Non me lo spiego, il problema è proprio questo – ci dice Anelli – non voglio dare un giudizio di carattere personale. Non so se sia un rischio, ma di sicuro questa vicenda mi lascia un po’ perplesso”.
La notizia ha suscitato talmente tanta indignazione che il ministro della Salute Orazio Schillaci starebbe addirittura pensando di azzerare la Commissione e ripartire da capo. Eppure, nonostante la sorpresa, il presidente non vede la necessità di sbarrare le porte delle istituzioni anche anche a opinioni più scettiche e controverse dal punto di vista scientifico: “Saremmo favorevoli a sostenere l’ipotesi di una commissione ad hoc all’interno dell’Istituto superiore di sanità dove ci può essere un confronto, anche molto schietto, tra le varie posizioni. In cui si verificano i risultati delle indagini, e se c’è bisogno si avviano degli studi”. Sulla falsariga di quanto già fatto dalla Federazione nel 2018, quando ha sostenuto le Società scientifiche di omeopatia nel chiedere all’Istituto superiore di sanità di aprire un tavolo di confronto per la revisione della letteratura scientifica e delle evidenze disponibili in materia.
Bene dunque accogliere e valutare voci critiche, a patto che sia fatto nel luogo giusto: “Il Nitag non è adatto a questo scopo. Si tratta di un tavolo tecnico, un braccio operativo che dà indicazioni su come utilizzare i vaccini”. Per la discussione, se proprio si vuole, potrebbero esserci altri luoghi. Dice Anelli: “Nessuno mette in discussione che a volte esprimere criticità e perplessità ben motivate può portare a modifiche delle evidenze già assunte, ma questo deve avvenire nei luoghi giusti”. Quelli del dibattito scientifico insomma, e non invece all’interno della macchina operativa del ministero. “La discussione sennò – ammonisce il presidente dei medici – diventa totalmente fuori posto. Il confronto va fatto altrove”.
Per valutare la correttezza della gestione dell’emergenza pandemica poi, sta procedendo anche una commissione parlamentare d’inchiesta fortemente voluta dal centrodestra e sguarnita di parlamentari dell’opposizione, eccezion fatta per il Movimento 5 stelle. “Da parte nostra c’è il massimo rispetto per questa iniziativa. Anche in questo caso, però, credo che la discussione debba essere portata su un livello di confronto scientifico nelle sedi adeguate”, risponde Anelli. I parlamentari, sostiene, possono pure indagare, ma a studiare quel periodo dovrebbero essere soprattutto “gli epidemiologi, per capire come gestire (tra norme e provvedimenti) un’ipotetica pandemia, tentando di non ripetere errori, se ci sono stati, o di migliorare le performance”.
Rimane la delusione di non essere stati considerati dal ministero. “Questa esclusione ci lascia un po’ l’amaro in bocca. Gli ordini dei medici sono stati un baluardo per l’utilizzo dei vaccini durante il periodo del Covid. Grazie alla vaccinazione la mortalità si è azzerata”, spiega Anelli che, in una lettera pubblicata lunedì, fa pressing su Schillaci chiedendogli di ripensarci. “E’ necessaria una revisione della composizione del Nitag – prosegue il presidente – oltretutto secondo noi la commissione è carente di una serie di figure che dovrebbero essere integrate necessariamente”. Per esempio? “Come si fa a discutere di vaccini senza i medici di famiglia? Buona parte delle vaccinazioni le gestiscono loro. Penso che il ministro della Salute debba considerare tutta questa storia non come una bocciatura, ma come un’opportunità. Migliorare questa commissione è possibile”. Con i novax a pazientare in un’altra stanza, possibilmente.