Secondo stop del tribunale alle misure chieste dai magistrati. Sono state revocate altre tre custodie, il castello mediatico scricchiola
Il pool di Tiziana Siciliano cade la seconda volta. La roboante e mediatica inchiesta della procura di Milano sull’urbanistica con pretesa di smascherare “attentati alla democrazia urbanistica”, qualsiasi cosa significhi e qualsiasi reato configuri, si va trasformando in una via Crucis sul calvario del tribunale del Riesame. Ieri una nuova stazione dolorosa, con la seconda smentita secca degli arresti – sembra di capire, a questo punto, piuttosto avventati – richiesti dalla procura. Dopo la cancellazione delle misure cautelari per Andrea Bezziccheri e Alessandro Scandurra, il Riesame ha revocato gli arresti dell’ex assessore Giancarlo Tancredi, il boccone politico grosso delle misure decise un mese fa, dell’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni, e dell’imprenditore Federico Pella. Per loro sono state disposte normali le misure interdittive previste in indagini di questo tipo.
Ciò che è importante notare, e a questo punto è palese, è che quegli arresti erano forzati e ingiustificati, come probabilmente non ben configurati sono i reati delineati dai pm (motivazioni ci saranno tra 45 giorni). Un grave smacco per la procura, smentita due volte in pochi giorni (rimane solo l’udienza, il 20 agosto, per Manfredi Catella, si vedrà), ma soprattutto è l’intera costruzione d’accusa a mostrare crepe. Un’inchiesta fin dall’inizio giocata sul piano mediatico: denunce aggressive, verbali che grondano più aggettivi che fatti, materiali che finiscono prima ai giornali che ai difensori; poi il via libera semiautomatico del gip, e a quel punto gli imputati sono già colpevoli. Fortunatamente esiste, prima ancora dei tre gradi di giudizio, il Riesame, primo scoglio contro la faciloneria delle inchieste. Ma c’è sempre pronta la contraerea mediatica: ieri il direttore generale del Comune, Christian Malangone, ha scoperto di essere indagato per induzione indebita per via delle nuove chat depositate dai pm per il “Pirellino”. Ma la notizia era già stata anticipata dal Corriere. E i giornali avevano più tutoli su di lui che sugli imputati torni liberi.