Cattiva idea escludere Israele dallo sport

Perché l’appello dei 44 esponenti del Pd (saranno maggioranza?) per escludere lo stato ebracio dalle Olimpiadi è forzato

Che la linea politica del Partito democratico nei confronti dello Stato di Israele sia in molti casi quella dell’arzigogolo, di una scomoda ambiguità, è noto, con punte d’iceberg particolarmente dolorose come le critiche a Pina Picierno (“non rappresenta i nostri valori”) o a un padre fondatore come Piero Fassino. E’ nota la difficoltà della segretaria Schlein a tenere tutto insieme. Dunque si può ipotizzare che i 44 parlamentari ed europarlamentari del Pd che hanno firmato l’appello per escludere Israele dalle competizioni sportive internazionali non rappresentino tutto il partito. Si vedrà. Resta però che l’iniziativa, promossa dal responsabile nazionale sport del Pd, Mauro Berruto, uomo di sport e poi politico di valore, sia improvvida e criticabile, non solo per la tempistica. Già nelle scorse settimane Berruto era intervenuto alla Camera proponendo che la partita Italia-Israele di qualificazione ai Mondiali, prevista a ottobre, non venga giocata, “anche con lo sport si può fermare l’Olocausto a Gaza”, disse. Ora l’appello rivolto ai rappresentanti italiani del Cio, ai presidenti del Coni e della Figc perché chiedano al Cio, alla Fifa e alla Uefa di sospendere Israele da tutte le competizioni internazionali. “Non si tratta di un gesto di vendetta ma di un atto di responsabilità. Non per punire un popolo, ma per affermare che lo sport non può restare neutrale davanti a una politica di annientamento”. Basterebbe ricordare che ai Mondiali 2026 l’Iran è già qualificato, e non si sono visti appelli per vietare la partecipazione del regime che persegue la distruzione di Israele e sostiene tutti i regimi terroristici che lo attaccano. E non si sono visti appelli del Pd per escludere dalle Olimpiadi la Cina per le sue politiche di genocidio culturale in Tibet o contro gli Uiguri. Giusto per dire che la pervicacia di voler escludere una democrazia e i suoi atleti (colpevoli di qualcosa?), per quanto criticabile, dallo sport mondiale è una cattiva scelta. Figlia di un clima internazionale sempre più deciso a fare di Israele l’unico colpevole. Un bell’autogol.

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