La rivoluzione sballata di E. J. Antoni, il nuovo uomo di Trump per le statistiche sul lavoro

Dopo la conferma da parte del Senato, l’economista guiderà il Bureau of Labor Statistics. Ha criticato più volte l’agenzia, soprattutto per le metodologie usate per fare le analisi. La sua vicinanza alle politiche del tycoon

Donald Trump ha selezionato l’economista E. J. Antoni per guidare il Bureau of Labor Statistics (Bls), l’agenzia federale che raccoglie e analizza dati statistici sul mercato del lavoro, come disoccupazione, inflazione e salari. La nomina, che dovrà essere confermata dal Senato, arriva dopo che il presidente ha rimosso la precedente commissaria, Erika McEntarfer, per aver rivisto al ribasso di 258.000 unità i dati occupazionali precedentemente resi pubblici. Trump l’ha accusata di aver truccato i dati per farlo sfigurare, nonostante non ci sia alcuna evidenza. In un post su Truth, il presidente ha affermato che Antoni “si assicurerà che i numeri rilasciati dall’agenzia siano ONESTI e ACCURATI”.



Antoni ha un dottorato di ricerca in economia all’università di Northern Illinois e ha lavorato per due think tank conservatori: prima la Texas Public Policy Foundation e poi Heritage, per conto del quale ha anche collaborato alla stesura di alcune parti del controverso Project 2025, il programma politico di destra radicale da cui Trump ha attinto in questi primi mesi alla Casa Bianca. Antoni ha criticato più volte, e con toni molto aspri, l’agenzia che sarà chiamato a guidare, specialmente per quanto concerne le metodologie utilizzate per fare le analisi. Ha affermato, tra le altre cose, che Bls utilizzerebbe “trucchi orwelliani” per nascondere l’inflazione, che i suoi dati sul lavoro non sarebbero niente più che “un generatore casuale di numeri” e che l’agenzia nella sua analisi economica lavora come chi, per misurare la temperatura di una stanza, preferisce credere a un termometro rotto piuttosto che alle persone che la abitano. La sua nomina è supportata dall’ideologo dell’alt-right Steve Bannon: durante una puntata del suo podcast War Room, ha affermato che Antoni, ospite assiduo del programma, “ha distrutto i numeri dell’agenzia semplicemente analizzandoli”.



Una criticità rilevante nella sua nomina è data dalla differenza di curriculum con chi l’ha preceduto: Antoni, a differenza di McEntarfer che aveva alle spalle vent’anni di esperienza da funzionaria prima di essere nominata a guidare l’agenzia, non ha mai lavorato nel settore pubblico. La sua nomina sarebbe infatti dovuta alla vicinanza con l’Amministrazione e le sue politiche: nell’ultimo anno Antoni ha difeso apertamente le posizioni di Trump non solo in materia economica ma anche in tema di scelte istituzionali, come quando ha affermato che il presidente della Federal Reserve Jerome Powell meritasse il licenziamento. Il suo curriculum è stato criticato da vari esperti: Groundwork Collaborative, think tank progressista, ha definito la sua nomina “un assalto della Casa Bianca all’analisi indipendente”, per via della vicinanza che Antoni ha con le politiche di Trump, ma anche l’American Enterprise Institute, vicino alla destra, ha affermato che Trump dovrebbe selezionare un commissario indipendente, scevro da ogni partigianeria politica. Jessica Riedl, senior fellow del Manhattan Institute, ha poi affermato su X che “nessun economista credibile si porrebbe a capo di un’agenzia per cui vieni licenziato se produci dati accurati”.



A prescindere dalla nomina, il Bls è in crisi da diverso tempo. Come analizzato dal Financial Times, gli errori, e le successive correzioni, nell’analisi dei dati sono sempre di più, e questo anche per via di una cronica mancanza sia di budget che di staff: i fondi all’agenzia sono stati infatti tagliati da varie presidenze, sia repubblicane che democratiche. L’ex commissario William Beach, nominato da Trump durante il suo primo mandato, ha affermato, però, che con questa mossa il presidente toglie ancora più credibilità all’ente: se ora i dati miglioreranno, infatti, diventerebbe lecito pensare che saranno stati manomessi a vantaggio della Casa Bianca. Antoni afferma da anni che c’è bisogno di cambiare il modo in cui vengono raccolti e analizzati tutti i dati: sarà per lui molto difficile, dato che Trump ha proposto per il prossimo budget ulteriori tagli all’agenzia dell’8 per cento, con una riduzione di 150 posti di lavoro.

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