Il presidente si allinea con gli europei e Zelensky. Dalle concessioni territoriali alle garanzie per Kyiv. Sabato una nuova videochiamata dopo il vertice in Alaska. Intanto per un vertice a tre – Trump, Putin, Zelensky – da svolgersi a stretto giro spunta l’ipotesi Vaticano
Ai leader europei e al presidente ucraino Volodymyr Zelensky serviva un’ultima telefonata con Donald Trump, prima che il presidente americano si chiuda nella base militare Elmendorf-Richardson di Anchorage con il capo del Cremlino Vladimir Putin. E’ stato il cancelliere tedesco Friedrich Merz a organizzare l’appuntamento tra i leader e a invitare Zelensky a Berlino. La telefonata si è svolta in una stanza blindata e per manifestare il massimo del coordinamento e sviluppare una linea unitaria da presentare al presidente americano, Merz, Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il premier britannico Keir Starmer, i leader di Finlandia e Polonia, il segretario generale della Nato Mark Rutte e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, si sono confrontati in una telefonata preliminare. Prima della videochiamata, il presidente americano aveva annunciato che avrebbe parlato con i leader europei: “Sono persone fantastiche, vogliono vedere un accordo concluso”. Durante la conversazione, Trump avrebbe approvato cinque princìpi a cui tenere fede durante l’incontro con Putin: non promettere alcuna concessione territoriale, non separare queste richieste dalle garanzie di sicurezza per Kyiv, chiedere un immediato e incondizionato cessate il fuoco e un nuovo incontro anche con il presidente ucraino Zelensky per discutere le questioni territoriali e altri aspetti della guerra, come il ritorno dei bambini rapiti dai territori occupati. Trump ha concordato su tutto, si è mostrato consapevole di non poter tenere gli Stati Uniti del tutto fuori dalle garanzie di sicurezza da dare a Kyiv.
Negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno cercato di abbassare le aspettative dall’incontro, la Casa Bianca aveva definito il vertice “un esercizio di ascolto”. Durante la telefonata con gli europei, invece, il capo della Casa Bianca ha detto di voler ottenere un cessate il fuoco, un obiettivo importante e imprescindibile per qualsiasi negoziato. Finora Putin ha sovvertito l’ordine della diplomazia, ha avuto il suo incontro con Trump prima di trattare. Un funzionario americano ha parlato con Axios, ha ammesso che il presidente americano è contento di Putin, ma ha aggiunto: “Siamo ottimisti, ma non siamo pazzi. E’ dura”. Trump, dopo la conversazione con gli europei, è tornato a dire che se Mosca non accetterà un accordo dovrà affrontare gravi conseguenze. Gli europei e Zelensky hanno avuto la sensazione che Trump non sia piegato alle richieste di Putin, ma nessuno sa cosa accadrà quando le porte della stanza in cui si terrà l’incontro si chiuderanno. Ci si aspetta che Putin cercherà di offrire a Trump elementi di cooperazione a livello economico o diplomatico, come in medio oriente.
L’Alaska non sarà risolutiva, il capo della Casa Bianca ha confermato anche ieri la possibilità di incontro a tre con lui, Zelensky e Putin. Il capo del Cremlino non è d’accordo, non riconosce il capo di stato ucraino come legittimo presidente dell’Ucraina. Ieri si è comunque parlato di dove organizzare un prossimo vertice. Sono state messe sul tavolo due possibilità: Ginevra, in Svizzera, o il Vaticano. E’ stato Zelensky, sostenuto da Meloni, a proporre la seconda ipotesi. Gli europei capiranno l’esito dell’incontro ad Anchorage durante le telefonate di aggiornamento già concordate per sabato. Parteciperanno Trump, Zelensky e alcuni leader europei, tra cui Giorgia Meloni, che saranno riuniti a Londra. Potrebbe partecipare anche Keith Kellogg, inviato americano per l’Ucraina.