Il polemicone sui lidi vuoti rischia di banalizzare le complessità del turismo. “Che significa va bene la montagna? Mi sembra di sentire: andiamo male nel calcio ma vinciamo Wimbledon con Sinner, sono vuote le spiagge ma sono piene le seggiovie”. Colloquio con il deputato dem ed ex sindaco di Rimini
L’ombrellone è scappato di mano. Continua la disfida del bagnasciuga. Il governo Meloni supera in durata quello di Renzi e la premier attacca l’opposizione, che farebbe vergognosa disinformazione sul caro-spiagge “danneggiando l’immagine dell’Italia”. Ritorniamo all’inizio. La segretaria del Pd Elly Schlein parla degli ombrelloni chiusi come la “cartolina del governo”, con “milioni di italiani che stanno rinunciando alle vacanze perché non se le possono permettere”. Ah, si? Segue risposta del Viminale con tanto di dati “Alloggiati web”. I numeri di governo? Questi: a giugno gli arrivi sono stati 21 milioni, a luglio quasi 24. Tutto in crescita rispetto all’anno scorso, e per agosto si prevedono altri dati a segno più. Da qui la furia della premier con tanto di post social: “Chi ama davvero la propria nazione non la scredita davanti al mondo per convenienza politica”. Per l’ex ministro leghista Gianmarco Centinaio è addirittura “sciacallaggio della sinistra”. Screditare? Risponde Andrea Gnassi, deputato del Pd, membro della commissione Turismo, ex sindaco di Rimini: “Che significa va bene la montagna? Mi sembra di sentire: andiamo male nel calcio ma vinciamo Wimbledon con Sinner, sono vuote le spiagge ma sono piene le seggiovie”.
Semplificazione? Continua Gnassi: “Stiamo trattando un’industria complessa come fosse gossip, come una classica polemica ferragostana. In un mese si passa dal parlare di overtourism alla crisi degli ombrelloni chiusi. Meloni fa l’oroscopo dalla Grecia, Santanchè non si sa dove sia. Quella turistica è un’industria che va studiata e monitorata nella sua complessità, dalla filiera alle tecnologie digitali”. Prima di arrivare in Parlamento, Gnassi è stato per dieci anni sindaco di Rimini, esperienza che gli consente di non buttarla a mare (e in demagogia). “Quegli anni da primo cittadino – ricorda Gnassi – mi hanno insegnato che le critiche vanno fatte con appropriatezza. Quando una cosa va bene non si può dire che va male a prescindere”. E cos’è che va bene dunque nel nostro turismo? “E’ innegabile che gli arrivi internazionali sono aumentati. Ma sempre meno rispetto a Francia e Spagna, come successo l’anno scorso e rischiamo di finire dietro alla Germania”. I dati sciorinati dalla premier? “I numeri del Viminale sono dati dalle strutture ricettive, ma i dati sono aumentati con l’introduzione del codice identificativo nazionale. Dunque, a differenza dell’anno scorso, ci sono più strutture ricettive che hanno l’obbligo di segnalare le presenze. Capisco la svolta securitaria ma qui siamo agli statini di questura”.
Come il mare anche la polemica si ingrossa. Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, paragona Meloni a Kim Jong Un (“Solo in Corea del Nord si accusa di screditare la nazione chi incalza il governo e chiede di lasciare perdere la propaganda) il leader dei 5s Giuseppe Conte tira in ballo gli “extraprofitti” bancari: “Da un lato gli insostenibili rincari sulle spiagge. Dall’altro i record di utili per le banche”. Risiko e castelli di sabbia. “L’opposizione deve criticare nel merito, in maniera precisa – pensa Gnassi – E’ così che si fa davvero male all’avversario”. All’accusa di far circolare “bufale”, Schlein replica con “Meloni non risponda a me ma a quelle famiglie italiane che hanno i salari troppo bassi per andare in vacanza”. In verità al di là dei salari rimane sospeso il tema delle concessioni da mettere a gara. Ricorda Gnassi: “Il governo ha fatto un’enorme confusione sulla Bolkenstein. Poi non sono riusciti a trattare con l’Europa, e adesso 8 mila chilometri di costa sono paralizzati. Come ti aspetti che il settore balneare vada bene? Quando crei incertezza si genera solo il caos”. La ministra del Turismo Santanchè? Al momento si scherma sui social a suon di interviste e servizi del telegiornale che dicono che le strutture ricettive italiane sono piene zeppe e la voglia di mare si è annichilita di fronte alla febbre per la montagna. Sempre Gnassi: “Tempo fa Santanchè ha detto che stiamo attraendo sempre più turisti alto spendenti in Italia. In un certo senso la sua battuta ci ha preso. Stiamo andando verso un turismo escludente, il ceto medio rimane fermo”. Ciò detto, un invito alla prudenza. “I conti si fanno alla fine, sui 12 mesi”, conclude l’ex sindaco. Fosse mai che a ferragosto si riesca ad aprire un ombrellone in più.