Non c’è solo Gaza. Il card. Zuppi pensa solo ai palestinesi e dimentica i cristiani massacrati in Africa

La sera della vigilia del prossimo Ferragosto leggerà i nomi dei bambini uccisi nella Striscia. Un’aperta denuncia della crudeltà di Israele, senza ricordare mai quella di Hamas, oltre alle centinaia di cristiani uccisi in vari paesi africani da bande di fanatici islamisti

Quanti bambini cristiani devono essere assassinati dai terroristi islamici, come accade in Africa quasi ogni giorno, perché il cardinale Zuppi si compiaccia di elencarne i nomi in qualche manifestazione commemorativa della nostra Guerra di Liberazione? Egli farà proprio questo, infatti, la sera della vigilia del prossimo Ferragosto, durante la messa che celebrerà a Monte Sole: quando però leggerà i nomi dei bambini uccisi a Gaza.

Anche se egli, sono sicura, non lo dirà esplicitamente, è evidente che si tratta di un’aperta denuncia della crudeltà di Israele. Solamente di Israele. Zuppi infatti non ricorda mai – come del resto fa la maggior parte dei commentatori, anche cattolici – che la morte dei bambini di Gaza è provocata almeno in egual misura da Hamas, che potrebbe farla cessare all’istante se solo decidesse di restituire gli ostaggi. E tanto meno gli viene in mente che non dirlo significa affermare tacitamente che Hamas fa bene a non restituire gli ostaggi. Che quindi non ha nessuna responsabilità nel massacro del suo popolo.

Ma perché ricordare proprio quei bambini e solo loro? Perché il cardinale Zuppi preferisce dimenticare le centinaia di cristiani – fra cui moltissimi bambini – sempre più spesso uccisi in vari paesi dell’Africa centrale da bande di fanatici islamisti, che scelgono sempre di aggredirli quando essi sono in chiesa ad assistere a una funzione? Tanto che in più di un caso, per sbrigarsi prima, hanno pensato bene di bruciarli in massa proprio lì dentro.

Perfino per un cardinale della Chiesa cattolica il massacro dei cristiani non fa notizia, è meglio lasciar cadere la cosa nel silenzio: non è abbastanza singolare ricordando quanti lamenti si sono levati per i tre cristiani uccisi per sbaglio a Gaza? Anche per la pietà assistiamo insomma alla vittoria della politica: una vecchia storia che forse nella Chiesa, però, non aveva ancora mai raggiunto un tale livello di diffusione.

Non a caso infatti sta riprendendo vigore nel mondo cattolico l’antica polemica anti giudaica che indicava nella Bibbia una raccolta di episodi di violenza disumana, di storie di un Dio vendicativo e duro: l’opposto del Dio dei cristiani, invece, tutto amore e perdono. L’ha scritto sulla Stampa Vito Mancuso – teologo solo apparentemente esterno alla cultura cattolica – suscitando un dibattito che ha visto qualcuno difendere, se pure blandamente, il libro sacro agli ebrei, ma altri – che un tempo non avrebbero osato fare ad alta voce quelle affermazioni, per timore di venire accusati di antisemitismo – lanciarsi nelle accuse più esplicite. Accuse antiche di nuovo in auge, come leggiamo addirittura sull’Osservatore Romano, dove un biblista gesuita di origine ebraica, David Neuhaus, critica con forza l’interpretazione biblica ebraica, a suo giudizio ovviamente piena di violenza, sostenendo che solo presso i cristiani possiamo trovare la vera e autentica scoperta della parola di Dio.

Il cambiamento in atto nell’opinione pubblica cattolica è forte, e ha trovato subito terreno favorevole, tanto che chi non vuole allinearsi a questa visione anti ebraica è costretto a limitarsi a inserire Gaza in un nutrito elenco di luoghi e di guerre dove le crudeltà non mancano, togliendole il primato di massimo scandalo umanitario. Come per esempio hanno fatto le suore della Uisg, l’Unione internazionale superiore generali, che ha indetto per il 14 agosto una giornata di digiuno e preghiera per la pace redigendo un elenco nel quale compaiono le tante tragedie in corso di cui Gaza è solo una delle tante.

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