Prime due smentite ai furori urbanistici dei pm, che rispondono a chat per parare il duro colpo subito. Il circo mediatico giudiziario non si ferma nemmeno a ferragosto
Mentre oggi il tribunale del Riesame di Milano annulla gli arresti del costruttore Andrea Bezziccheri (in carcere) e dell’architetto ed ex componente della Commissione paesaggio del Comune, Alessandro Scandurra (domiciliari), la sostituta che guida il pool delle inchieste edilizie, Tiziana Siciliano, si perita di far sapere ai giornalisti che erano state depositate le nuove chat dell’inchiesta. Incurante, come ha rilevato il vicepresidente della commissione Giustizia della Camera Enrico Costa, delle norme sulla comunicazione relative alle indagini che lo vieterebbero. Un atteggiamento che rende l’idea della voluta mancanza di savoir-faire, per non dire protervia, con cui viene condotta l’intera inchiesta milanese, in cui il materiale messo a disposizione della stampa, anche quando palesemente irrilevante, serve ad alimentare l’aura del “sistema di corruzione consolidato” essenziale per l’accuse. Peccato che sui primi due casi il Riesame abbia bocciato la procura. In attesa di conoscere le motivazioni, evidentemente si è valutato che o non esistono gravi indizi di colpevolezza, oppure non ci sono le famose esigenze cautelari.
Qualche giorno fa Alessandro Barbano, sull’Altravoce, aveva con precisione indicato il punto su cui le richieste approvate dal gip si sarebbero arenate: innanzitutto il fatto che la maggior parte degli indagati si sono dimessi dai loro ruoli. E se anche la Cassazione ha da tempo sentenziato che “il pericolo di reiterazione può sussistere anche nel caso in cui “il pubblico agente risulti sospeso o dimesso dal servizio”, è necessario che sussista “il concreto e attuale pericolo – anzi, la pressoché certezza – che gli indagati continuino ad alimentare e lucrare sul sistema illecito”. Ma così non è. Nei prossimi giorni sarà la volta delle udienze per gli altri imputati, e il Riesame sembra avere indicato una linea chiara. Nel frattempo, la propalazione di nuove chat garantisce, alla procura, l’effetto mediatico di parare il duro colpo subito. Il circo mediatico giudiziario non si ferma nemmeno a ferragosto.