Contro l’ateismo architettonico

Drappi con l’immagine di San Nicola Pellegrino erano presenti solo alle finestre del centro storico di Trani, in periferia l’unico era il mio. L’architettura tradizionale è senz’altro più cattolica di quella postbellica

San Nicola Pellegrino, carissimo San Nicolino, in occasione della festa patronale ho notato che i drappi con la tua effigie erano presenti quasi solo alle finestre del centro storico: in periferia l’unico drappo era il mio. Non sono sicuro che gli abitanti del centro siano più cattolici degli abitanti della periferia, sono certo che l’architettura tradizionale sia più cattolica dell’architettura postbellica. Una certezza biblica ovviamente, ricavata dal Salmo 127 ripreso poi da Eliot: “Edifichiamo invano se il Signore non edifica con noi”.

L’ateismo architettonico contemporaneo condiziona se non la fede le manifestazioni visibili della fede. Le persone lo sentono che il cristianesimo non è di casa nei boschi verticali, nei grattacieli storti, nei condomini domotici. Tutto è possibile ma sapessi com’è strano un Santo a CityLife… E d’altronde un drappo appeso al 47° piano lo può vedere soltanto un drone. Il cemento, il ferro, il vetro sono rigidi, aridi, gelidi, dunque contrari allo Spirito Santo che soffia meglio presso la pietra, il mattone, il legno. Anch’io abito in una casa di cemento e però il tuo drappo l’ho appeso lo stesso, San Nicolino, apprezza l’impegno, raccomandami a chi sai.

Di più su questi argomenti:

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

Leave a comment

Your email address will not be published.