Il professore è stato scelto dal Parlamento in seduta comune per sostituire la dimissionaria Rosanna Natoli, travolta dallo scandalo sul suo incontro privato con una giudice sotto procedimento disciplinare
Dopo due fumate nere a distanza di due giorni, il Parlamento riunito in seduta comune a Montecitorio ha scelto con 333 voti Daniele Porena – candidato indicato dal centrodestra – come nuovo componente laico del Consiglio superiore della magistratura, per sostituire la dimissionaria Rosanna Natoli. La maggioranza richiesta era dei tre quinti i votanti, 287 su 477. Le schede bianche sono state 123, le nulle 21.
Classe 1976 e unico tra cinquanta nomi a non essersi autocandidato nella lista pubblicata dalla Camera, Porena è professore ordinario di diritto costituzionale e pubblico presso l’Università degli studi di Perugia, città in cui nel 2004 è stato eletto consigliere comunale tra le fila di Alleanza nazionale. Parallelamente, Porena è stato militante di Azione giovani, organizzazione giovanile di An, proprio negli anni in cui la premier Giorgia Meloni ne era presidente.
Per il professore, il legame con il centrodestra si è consolidato ulteriormente nel 2014. La scelta di candidarlo come nuovo sindaco di Perugia aveva quasi convinto una parte di Forza Italia, il Nuovo Centrodestra e anche Fratelli d’Italia. Successivamente, però, hanno preferito puntare su Andrea Romizi, che ha amministrato il capoluogo umbro per dieci anni.
Di recente il docente si è anche candidato come rettore dell’Università di Perugia. Ma, una volta arrivato al ballottaggio di giugno, l’esito del voto ha premiato il professor Massimiliano Marianelli, incaricato di guidare l’ateneo per il sessennio 2025-2031.
Oggi Porena è chiamato a Palazzo Bachelet per occupare il posto lasciato vacante da Rosanna Natoli. La ex consigliera laica, eletta dal Parlamento in quota FdI, si è dimessa a giugno, dopo essere stata sospesa dal plenum nel settembre 2024 (un caso senza precedenti nella storia del Csm). Il tutto, senza percepire un euro: come spiegato dal Foglio, infatti, gli uffici amministrativi del Csm hanno deciso non solo di sospendere a Natoli l’elargizione della retribuzione e delle indennità, ma anche di non riconoscerle alcun assegno alimentare.
Qualche mese prima, Natoli è stata travolta da uno scandalo con al centro la registrazione audio di un suo incontro privato in cui elargisce suggerimenti a una giudice incolpata davanti alla sezione disciplinare del Csm, di cui Natoli faceva parte, e in cui vìola per sua stessa ammissione il segreto della camera di consiglio. Un comportamento evidentemente incompatibile con la permanenza al Csm. Eppure la consigliera, (nei cui confronti è stata aperta un’indagine per rivelazione di segreto d’ufficio) ha rifiutato inizialmente qualsiasi invito a dimettersi, costringendo i colleghi a sospenderla.