Lo scorso mercoledì Fabiano Caruana, attualmente numero tre del mondo, è stato eliminato dalla Esports World Cup 2025, sconfitto dal giovane Nodirbek Abdusattorov. La sua parabola e gli altri “casi Caruana”
Fabiano Caruana ha soffiato candeline amare. L’italo-statunitense ha compiuto trentatré anni lo scorso mercoledì, e nello stesso giorno è stato eliminato dalla Esports World Cup 2025, sconfitto dal giovane Nodirbek Abdusattorov. Lui di anni ne ha venti, e fa parte della nuova generazione che sempre più scala le classifiche a scapito delle “vecchie” leve. Per ora, e forse ancora per poco, i “trentenni arrugginiti” (parole di Magnus Carlsen) hanno però ancora in mano i punteggi più alti: Fabiano Caruana è attualmente il numero tre al mondo, preceduto da Hikaru Nakamura e, ovviamente, dal migliore di tutti, Carlsen stesso.
Molto più che i nuovi “youngsters” è stato il norvegese il vero confronto di Fabiano, la stella polare che ha indicato la via, ma anche il sole che ha bruciato le sue ali di cera nei momenti più alti della sua carriera. Viene subito in mente il loro match mondiale a Londra, nell’ormai lontano 2018, che ha visto il norvegese trionfare negli spareggi Rapid, in seguito, tuttavia, a un match di dodici partite, tutte patte, in cui Caruana spesso sembrava potesse avere la meglio. Ancora più indicativamente: al termine degli incontri, il loro Elo differiva di pochissimi punti. Caruana ha volato così in alto da rischiare di superare il sole, ed è inesorabilmente caduto. La parabola di Caruana è stata spesso letta come l’eterno ritorno dell’eterno secondo.
Come lui, Brontsein nel 1951 pareggiò il suo match contro il campione in carica, il “patriarca degli scacchi sovietici”, il russo Mikhail Botvinnik, a cui spettava il titolo a tavolino in caso di parità. Prima di lui il caso Akiba Rubinstein, l’indomabile polacco, che per anni non è riuscito a confrontarsi con Emmanuel Lasker, per poi vedere ogni speranza soffocata dal primo conflitto mondiale. Dopo di lui invece il caso Paul Keres. Ormai quasi universalmente si ritiene che sia stato persuaso dalle autorità sovietiche a promuovere il favorito del partito, Botvinnik, che ha portato per anni una corona che forse sarebbe dovuta passare anche per l’estone. E soprattutto il caso Victor Korchnoi, anch’egli sovietico, ma disertore, che di sfide al vertice mondiale ne ha giocate ben tre, tutte perse.
Di “casi Caruana” ce ne sono, come si vede, a bizzeffe; si potrebbe scrivere un’antologia dei più illustri perdenti della storia, un meraviglioso florilegio di occasioni perdute. Non bisogna sorprendersi, però: gli scacchi sono un gioco a somma zero, in cui la vittoria dell’uno coincide con la sconfitta dell’altro. Così, anche a Riyadh, alla sconfitta solitaria y final di Caruana (e degli altri dieci partecipanti) ha corrisposto la vittoria di uno solo, sempre lo stesso, il cannibale degli scacchi: Magnus Carlsen.
La partita: Fabiano Caruana vs Ruslan Ponomariov, Sparkassen Chess Meeting Dortmund 2014, 1-0
Riportiamo una delle più belle combinazioni di Caruana. Il nero ha appena giocato 38. Axf7, e il bianco ha una stupenda sequenza vincente. Riesci a vederla?