Parla alla Festa Lega di Cervia e dimentica il Papeete. Il Veneto? “Squadra che vince non si cambia”, gli attacchi a von Der Leyen, “Sono garantista”. Il rilancio. Tassa sulle banche
Cervia-Milano Marittima. Matteo Salvini come Edith Piaf. No, no Je ne regrette rien. Beve solo birra. E piace. Torna ancora Cervia, la sua Parigi, la spiaggia del Papeete, ma non lo ricorda ed è la dolce rimozione: “Papeete? Ricordo solo le partite a ping pong con mio figlio” . Donald Trump? “È originale. Fa gli interessi degli americani”. Il problema dell’Europa? “Von der Leyen, una donna al posto sbagliato nel momento sbagliato”. Fa il mezzo garantista, critica i social (è un bel successo del suo nuovo social media manager, Cristiano Bosco, persona sobria e non invasata) perché “ascoltare gli audio di Raoul Bova, lo posso dire? E’ una barbarie”. Propone: “Equipariamo i reati dei minorenni a quelli dei maggiorenni”.
Mangia arrosticini, si mescola con la base e anticipa: “Mercoledì approverò il progetto definitivo del Ponte sullo stretto”. Il dolore? Il suo processo Opne Arms.. “La procura di Palermo ha fatto ricorso in Cassazioene ed è come eliminare i supplementari e andare direttamente ai rigori”. Piccola piazza, intima, ma è popolo. Il suo. C’è la vicesegretaria della Lega, Silvia Sardone, che indossa un vestito che non può che essere di Dolce & Gabbana, ma ci sono anche il capogruppo della Lega, Molinari, l’altro, di Fdi, Bignami. Riccardo Molinari fa l’Umberto Bossi: “L’Europa? Si castra da sola”. Galeazzo Bignami è bum bum: “Il Pd è una sciagura, votare sinistra è un’infezione mentale”. Salvini difende il governatore Roberto Occhiuto di Forza Italia che si dimette e si ricandida in Calabria: “La sua è una scelta coraggiosa. Chiede la fiducia ai cittadini e non ai magistrati”. Sulle banche? “Fanno soldi senza far nessuna fatica. Devono pagare”
E’ un Salvini quasi garantista. Beppe Sala e Matteo Ricci? “Sono garantista fino a prova contraria ma Sala si deve dimettere perché non governa la città”. Fa lo scettico sui vaccini, ma anche in questo caso, solo a metà: “I vaccini hanno salvato ma l’obbligo vaccinale per i bimbi qualcuno me lo deve spiegare”. Il Veneto? “Squadra che vince non si cambia”. Candida in Campania, come consigliere regionale, Daniela Di Maggio la madre di Giogiò Cutolo, musicista ucciso nel 2023 (voleva candidarla Giorgia Meloni).
Non sbraita, ha ancora un suo esercito e fa pure il simpatico con Elly Schlein: “Charlie Chaplin diceva che una giornata passata senza sorriso è una giornata persa, voglio pensare che Schlein sorrida sempre perché adotta la lezione di Chaplin”. La promessa? Governeremo ancora e ancora”. Finisce che sono tutti avvinazzati e felici (è questa di Cervia la vera festa della Lega e la organizza il deputato romagnolo Jacopo Morrone, beniamino dell’Emilia-Romgana).
Si finisce a cantare “Romagna mia” e con Salvini in bicicletta. Saranno le damigiane di vino ma sì sorride e se ci fosse il generale Vannacci si ballerebbe insieme a lui: “Quando ti penso vorrei tornare, dalla mia bella al casolare”