L’ex sindaco racconta la sua versione dei fatti: “Se qualcuno ha sbagliato, ne risponderà, ma io non ho mai tratto alcun beneficio personale. Anzi: se c’è stata una forzatura, io sono la parte lesa”. Sul rapporto con gli alleati: “L’onestà e la trasparenza sono i miei valori, esattamente come lo sono dei Cinque stelle”
Matteo Ricci, eurodeputato del Pd e candidato alla presidenza della Regione Marche per il centrosinistra, rompe il silenzio dopo l’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell’inchiesta Affidopoli su alcuni affidamenti pubblici nel periodo in cui era sindaco di Pesaro. “Non mi sono mai occupato di appalti. Se qualcuno ha sbagliato, ne risponderà, ma io non ho mai tratto alcun beneficio personale. Anzi: se c’è stata una forzatura, io sono la parte lesa”, ha detto in un’intervista a Repubblica. “In dieci anni da sindaco ho deciso 500 milioni di investimenti pubblici e organizzato tantissimi eventi, mai una volta mi sono interessato di chi avrebbe realizzato i lavori. Figuriamoci se mi occupavo di chi faceva il murale per la Segre o il maxicasco di Valentino Rossi“, è la versione di Ricci.
L’ex sindaco ha ribadito di essere sereno e fiducioso nella magistratura, ma amareggiato per il tempismo: “Non credo alla giustizia ad orologeria, ma certo sorprende che tutto questo esploda il giorno dopo la proclamazione delle elezioni, su una vicenda nota da un anno”.
Ricci ha affrontato anche il tema del rapporto con gli alleati del Movimento 5 Stelle, dopo le tensioni seguite alla notizia dell’inchiesta: “Con Conte ci siamo sentiti, ho chiarito tutto. L’onestà e la trasparenza sono i miei valori, esattamente come lo sono dei Cinque stelle”.