“Tu mamma non vuoi mai giocare a carte”. Come rimediare?

Un gioco del secolo scorso. Il vostro problema, ragazzi, è che non avete visto niente

Mio figlio mi accusa di non voler mai giocare a niente. Giochiamo a carte? No. Giochiamo che ti spingo fortissimo e ti faccio cadere sul letto e poi ti percuoto con una canna da pesca? No. Giochiamo alla Play Station? Non dire sciocchezze! Giochiamo che tu cucini e io ti insulto? No. Giochiamo che ti lancio tutti i gatti addosso mentre stai uscendo dalla doccia? No. Giochiamo a spararti? No. Giochiamo all’apocalisse che dobbiamo tutti buttarci dalla finestra perché la casa è infestata? No. A quel punto mi accusa di essere una madre vecchia e noiosa, che non sa divertirsi. Io dico: infatti, perché non giochiamo a chi sta più fermo sul divano? Poi mi ricordo che mia nonna giocava a carte con me, anche se non ne aveva nessuna voglia, e i miei genitori giocavano a Scarabeo con me, e mia madre mi costruiva le fionde con dei pezzi di ramo e un elastico. E io giocavo con mia sorella minore, traumatizzandola.



Però io ero una bambina, tu adesso hai sedici anni, puoi per favore lasciarmi leggere, guardare un film, lamentarmi, stare sdraiata con il ventilatore puntato addosso, mangiare cose che non dovrei nemmeno guardare, scorrere Instagram con gli occhi persi? Lo so che ho torto. So anche che rimpiangerò ogni gioco scemo che non ho fatto, quindi ieri abbiamo giocato, con mia grande riluttanza, a Monopoli. E ho perso. A me non piace molto perdere. Il gatto ha buttato per terra le casette del Monopoli e le ha infilate sotto il divano, dove resteranno per i prossimi vent’anni, quindi fra vent’anni ritroverò le casette e forse sarà un momento di commozione, ma mi ricorderò anche che quella sera ho perso tutti i soldi e tutte le case.



Poi per fortuna abbiamo giocato a mimare i titoli dei film, e lì modestamente ho vinto perché se mia figlia mima una persona che fa la doccia non può essere altro che Psycho. E se mima uno sguardo d’intesa prima di un salto con l’automobile, beh, non è che sono nata ieri, ci metto un secondo a urlare: Thelma e Louise. Il vostro problema, spiegavo con sussiego, è che non avete visto niente. Come posso mimarvi Sogni d’oro, che sarebbe facilissimo, se non sapete nemmeno che esiste? Ma devo ammettere che ho riso quando mio figlio cercava di mimare Gli intoccabili fermandosi a un centimetro dal mio braccio e facendo la faccia schifata. Nessuno ha indovinato. Mi sono impegnata, volevo dimostrare al mondo che non è vero che non mi piace giocare a niente, ho anche mimato La grande bellezza, indicando me stessa per tutto il tempo, e grazie al cielo mia figlia, dopo un po’ di difficoltà, ha indovinato o comunque si è impietosita.



E’ ovviamente in corso una diatriba tra chi ritiene che si debbano mimare le parole e non le trame, e chi, come me, pensa che è già un miracolo che sto giocando quindi faccio quello che voglio. Dopo due ore di titoli classici, anche molti film Disney, Checco Zalone e Tre uomini e una gamba, Caro diario, Pretty Woman, La sottile linea rossa, La teoria del tutto, Io sono leggenda, Il tempo delle mele, Uccelli, C’è ancora domani, Il tempo che chi vuole, Il grande freddo, Superman, Adolescence, Piccola renna, The substance, Come un gatto in tangenziale (mimare il gatto spiaccicato su una strada trafficata), mio figlio ha urlato: è molto più bello così che guardare un film. E ha deciso che diventerà un cinefilo, per batterci ogni sera al gioco dei mimi. Poiché mi sembrava una frase molto educativa, ho detto: caro amore, se vinci è solo perché la tua mamma ti vuole tanto bene e ti lascia vincere.

  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.

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