Per la prima volta nel Piano strategico nazionale si legge che i comuni più piccoli e remoti si svuoteranno in via definitiva. Alcuni intellettuali hanno firmato un appello contro il governo crudele, ma è il mondo a essere crudele. Insistere nel tentativo di rilancio è accanimento terapeutico
Ci si rassegni alla realtà. E ci si compiaccia, anche se il tema è melanconico, di un governo più realista dei precedenti. Nel Piano strategico nazionale per le aree interne si legge per la prima volta, riguardo i comuni più piccoli e remoti, di “spopolamento irreversibile”. Apriti cielo! Un manipolo di intellettuali meridionali e non solo (tra cui Franco Arminio, Giuseppe Barbera, Tomaso Montanari, per citare autori di cui apprezzo i libri) ha firmato un appello contro il governo crudele. Ma è il mondo a essere crudele.
Ci sono paesi condannati a morte dalla modernità, lontani dal mare, lontani dalle città, lontani dalle autostrade, lontani da tutto e da cui tutti vogliono fuggire. E’ triste ma nessuno può farci niente. O vogliamo ripristinare il soggiorno obbligato? Io ne conosco di questi paesi, alcuni sono pittoreschi, l’aria è buona, si mangia bene, le case costano poco, peccato che non ci sia lavoro e che i giovani taglino la corda. Insistere nel tentativo di rilancio è accanimento terapeutico, spreco di denaro pubblico. Si punti casomai a rafforzare le cittadine, le giuste oraziane vie di mezzo tra villaggio e metropoli, isolamento e caos. Si salvi il salvabile, i morti li risuscita soltanto Gesù Cristo.