“Con Sala sono garantista, mi ricordo cos’è stato il Mose”, ci dice il presidente del Veneto. Che con la Lombardia condivide il progetto in divenire dei Giochi invernali del 2026: “Non vedo particolari motivi di preoccupazione. Le Olimpiadi sono un volano”
A proposito dell’inchiesta di Milano dice: “I processi si fanno in tribunale e non sui social. Io resto sempre un garantista convinto”. Ma ci andranno di mezzo anche le Olimpiadi invernali? “No, potete stare tranquilli. Forse la gente e anche certa classe politica non hanno idea di quanto sia importante un evento come i Giochi. Non saranno le vicende di attualità a condizionarlo”. Ci dice così Luca Zaia, governatore del Veneto. Ha parlato con Beppe Sala? “Non c’è stata occasione. Però posso immaginare come ci si sente: c’ero sempre io, ai vertici della regione, quando il 4 giugno 2014 scoppiò lo scandalo Mose. Un assessore dimessosi dalla giunta, 35 arresti, 105 avvisi di garanzia. Il tempo ha dimostrato la mia totale estraneità ai fatti. Ma ricordo l’aria che si respirava, gli attacchi indistinti. A Venezia come a Milano, i giornali e l’opinione pubblica non devono mai sostituirsi al sistema giudiziario”.
E così, mentre l’uragano mediatico giudiziario si abbatte su Milano – tra le varie infrastrutture sotto osservazione ci sarebbero anche il Villaggio olimpico meneghino e il palaghiaccio a Santa Giulia – a riportare il sereno ci pensa Cortina. E il suo Doge, Luca Zaia, che rassicura tutti parlando al Foglio: “Premesso che sull’inchiesta urbanistica nel capoluogo lombardo sono al corrente dei fatti di cronaca e nulla più, non vedo particolari motivi di preoccupazione per le Olimpiadi. Mi focalizzerei semmai sulla chiusura imminente dei cantieri ancora aperti, dobbiamo arrivare preparati sotto ogni aspetto. Parliamo però di una manifestazione da oltre 2 milioni di visitatori in loco, 3 miliardi di spettatori globali e 5,3 miliardi di euro di indotto economico stimato per i territori coinvolti”. Too big to fail, insomma. E troppo grande anche per riuscire soltanto a metà.
Tutto dunque procederà come da copione. A inizio luglio c’era stato un incontro a Venezia tra la Fondazione Milano-Cortina 2026 e il Comitato olimpico internazionale per analizzare gli aspetti logistici e finanziari in ballo nei prossimi mesi. Poi a stretto giro è arrivata la presentazione ufficiale delle medaglie in palio, con Zaia a rivelarle al mondo insieme ad Attilio Fontana e al presidente uscente del Coni Giovanni Malagò – sotto l’occhio vigile di Matteo Salvini. “E’ un sogno che si realizza: adesso si fa sul serio, vivremo un nuovo Rinascimento”, aveva detto allora il governatore del Veneto. E quanto all’inchiesta aperta dalla procura di Milano sugli appalti e l’urbanistica: “Ci penseranno gli organi competenti a fare chiarezza. Spero che questo sia di monito alla politica, in generale e a tutti gli schieramenti”, ribadisce Zaia. “Per il resto, con l’appuntamento olimpico alle porte non possiamo permetterci distrazioni: forse un giorno non così lontano anche gli scettici realizzeranno la dimensione del volano di sviluppo che stiamo regalando all’Italia”. Candidatura congiunta era e congiunta resterà: non saranno le nubi su Milano a rendere queste Olimpiadi meno milanesi. Garantisce la partner Cortina, a serenissima distanza. “Ormai siamo al conto alla rovescia”. L’ultima missione del Doge, prima dell’inevitabile passaggio di testimone in regione, è presto detta. E quasi portata a casa.