L’aiutino cinese alla produzione dei droni russi “Arpia” e il vertice con l’Ue

Von der Leyen annuncia il “punto di svolta” delle relazioni a Pechino, nel primo vertice in presenza dal 2023. Il monito di Xi Jinping che ribatte contro sanzioni e decoupling e il nodo sul sostegno della Cina all’Ucraina, con un’esclusiva Reuters

Ieri i leader europei nella Grande sala del popolo di Pechino per il cinquantesimo anniversario di relazioni diplomatiche tra Unione europea e Cina hanno deciso di aprire l’incontro sul commercio, esortando il leader cinese Xi Jinping a “proporre soluzioni concrete”: la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, l’ha chiamato “il punto di svolta”. Xi, secondo il comunicato pubblicato dal quotidiano cinese Xinhua, ha risposto che “le attuali sfide che l’Europa si trova ad affrontare non provengono dalla Cina”, che “il miglioramento della competitività non può basarsi sulla costruzione di muri e fortezze, disaccoppiare e spezzare le catene porterà solo all’isolamento” e che quindi è necessario fare “le scelte strategiche corrette”, cioè “astenersi dall’utilizzare strumenti economici e commerciali restrittivi”. E’ bastato questo monito, ieri sulle prime pagine dei principali quotidiani cinesi, a ricordare quanto in realtà il punto delle relazioni tra Pechino e Bruxelles sia basso, “man mano che la nostra cooperazione si è approfondita, si sono intensificati anche gli squilibri”, e riequilibrarli è “essenziale”, ha detto von der Leyen. C’entrano il deficit commerciale dell’Ue con la Cina, che lo scorso anno ha raggiunto la cifra record di 305,8 miliardi di euro, il monopolio cinese delle terre rare, i dazi e il sostegno alla guerra di Putin in Ucraina.

L’incontro è il primo vertice in presenza dal 2023, doveva svolgersi a Bruxelles e durare due giorni, Xi Jinping ha cambiato luogo e modalità: a Pechino, un giorno solo. E’ stato raggiunto un accordo per un comunicato congiunto sulla lotta ai cambiamenti climatici, uno dei pochi punti di accordo del vertice. Nel pomeriggio, von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo António Costa hanno avuto un incontro con il premier cinese, Li Qiang, che ha avvertito che qualsiasi rottura nei rapporti avrebbe avuto conseguenze costose. Tra gli argomenti discussi, il comunicato europeo fa riferimento allo Stretto di Taiwan, a Hong Kong, allo Xinjiang e al Tibet, e alla guerra della Russia contro l’Ucraina: “L’Ue ha ribadito l’invito alla Cina a non fornire alcun sostegno materiale alla base militare-industriale russa”, mentre nel comunicato cinese vengono omessi. Costa ha invitato la Cina a usare la propria influenza sulla Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, nonostante Pechino nel 2022 abbia aumentato di due terzi i suoi scambi commerciali con il Cremlino e continui a finanziare il suo arsenale di guerra.

Secondo un’esclusiva della Reuters pubblicata ieri, la Cina starebbe aggirando le sanzioni occidentali per spedire di nascosto motori per droni di fabbricazione cinese a un produttore russo di proprietà statale, etichettandoli come “unità di refrigerazione industriali” per evitare di essere individuati. Le spedizioni hanno permesso alla Russia di aumentare la sua produzione di droni “Arpia”, Garpiya in russo, nonostante le sanzioni imposte da Stati Uniti e Ue: è un drone a lungo raggio che viene utilizzato dall’esercito russo per colpire obiettivi civili e militari in Ucraina e che secondo gli esperti ridurrebbe la dipendenza russa dai droni iraniani. Dall’inizio dell’anno la Russia ne ha prodotti oltre 2.500 e l’intelligence militare ucraina ha confermato che le componenti di fabbricazione cinese del drone includono il motore, i sistemi di controllo e le apparecchiature di navigazione.

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