Il vicepresidente dei Cinque stelle: “Aspettiamo che l’ex sindaco di Pesaro dia risposte, poi decideranno i nostri sul territorio se sostenerlo o meno. Ma non derogheremo ai nostri principi di legalità ed etica pubblica”
“Noi di fronte a delle indagini avviate è ovvio che prendiamo subito le distanze. Il rispetto della legalità è nella nostra storia e nel nostro Dna e non possiamo farne a meno”. Lo dice, il senatore Mario Turco, da vicepresidente del Movimento cinque stelle, commentando le ultime inchieste che hanno coinvolto esponenti del Pd e che rischiano di mettere a soqquadro la stabilità del campo largo in costruzione. A partire dalle prossime regionali. “Già in passato, in Puglia, abbiamo avuto il coraggio di rinunciare a importanti deleghe assessorili”, spiega Turco parlando al Foglio. “Nel caso di Milano aspettiamo che il sindaco Sala dia delle risposte precise alle accuse che gli vengono rivolte. Ma è un discorso che a maggior ragione vale ancor di più per Ricci nelle Marche, visto che a Milano noi come M5s siamo all’opposizione e invece con l’ex sindaco di Pesaro stiamo cercando di costruire un percorso per le elezioni del prossimo settembre”.
A dare l’idea del nervosismo negli ambienti pentastellati ci ha pensato la giornata di ieri: oggi era in programma a Fano un evento elettorale di Marta Ruggeri, consigliera regionale del M5s e coordinatrice del Movimento per la provincia di Pesaro-Urbino. Solo che dopo l’avviso di garanzia recapitato a Ricci, il Movimento cinque stelle ha optato per l’annullamento dell’appuntamento elettorale, non specificando se sarà poi posticipato in altra data. Questo perché, come spiega ancora il vicepresidente Turco, fedelissimo di Giuseppe Conte, “ci sono diverse riserve da sciogliere. E quindi ci prenderemo il tempo per capire. Sapendo che poi saranno i nostri rappresentanti a livello locale a decidere se sostenere o meno la candidatura di Ricci”. La stessa Ruggeri ieri ha chiarito la posizione del M5s marchigiano: “Le indagini che hanno raggiunto Matteo Ricci non possono essere sottovalutate da parte nostra. Come già espresso dal presidente Conte, il Movimento valuterà attentamente le contestazioni che vengono mosse a Ricci al fine di comprendere se ci sia una condotta disonesta che lo renderebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori. Ci auguriamo che Ricci possa chiarire al più presto di fronte ai magistrati, in modo da poter diradare ogni dubbio e poter proseguire la campagna elettorale serenamente”. Anche Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs si sono presi “24 ore di tempo” per decidere il da farsi.
Una operazione, quella del “chiarimento”, che lo stesso ex premier Conte si è incaricato di affrontare in prima persona. Come raccontano dagli staff elettorali coinvolti, infatti, il presidente del M5s si è fatto inviare le carte dell’inchiesta a carico dell’ex sindaco di Pesaro, rivestendo i panni da avvocato e cercando di capirci di più sulla natura delle accuse che vengono mosse nei confronti dell’esponente del Pd. Che secondo i pm avrebbe cercato di trarre un profitto in termini di “consenso politico” da una serie di affidamenti all’epoca della sua amministrazione. Conte, quindi, starebbe passando al setaccio i documenti dell’indagine avviata dalla procura di Pesaro anche per decidere se è il caso di mollare o meno Ricci, la cui investitura da parte del centrosinistra per sfidare il presidente uscente Francesco Acquaroli era diventata ufficiale dopo mesi in cui il suo nome era circolato insistentemente.
Non è un caso che dal Movimento cinque stelle adesso si faccia l’esempio pugliese. Perché in quel caso gli uomini di Conte, dopo l’inchiesta che aveva interesato il comune di Bari, decisero di abbandonare la giunta Emiliano (in cui sedeva l’assessora al Welfare Rosa Barone). “Per noi parla la nostra storia di attenzione ai temi della legalità. E il coraggio di fare scelte come quella in Puglia. Chi altro avrebbe rinunciato a degli assessorati per ristabilire dei principi come la giustizia e l’etica pubblica che per noi non sono negoziabili? dice ancora Turco. Insomma, dopo la scioglimento delle riserve il M5s potrebbe decidere di sostenere un candidato autonomo o imporre un nuovo nome al Pd? “Questo lo decideremo dopo aver ascoltato il chiarimento di Ricci”, conclude Turco. “Quello che è certo è che non derogheremo mai ai nostri principi”.