L’attacco a Odessa dopo l’incontro a Istanbul mostra i piani russi per il futuro

Mosca non negozia, bombarda: vuole Odessa e la resistenza dell’Ucraina le ha impedito di prenderla. L’esercito russo segnala le sue intenzioni, manda raffiche di droni mortali sempre più distruttive

In “Racconti di Odessa”, lo scrittore che più odessita non si può, Isaak Babel, scriveva: “Il mercato era un caos di voci, di odori, di colori: frutta che sprizzava succhi, verdura che emanava profumo intenso, carne che grondava sangue, pesci che brillavano sotto il sole”. Il mercato era Privoz e, a secoli di distanza, Privoz era rimasto così. Nella notte tra mercoledì e giovedì la Russia lo ha colpito, distruggendo tutto quello che era al suo interno. Sono rimasti in piedi il cancello d’ingresso e la sua storia tutta ucraina, vista la commistione di culture, il via vai proiettato verso il mare. Mosca vuole Odessa e la resistenza dell’Ucraina le ha impedito di prenderla. L’esercito russo segnala le sue intenzioni, manda raffiche di droni mortali sempre più distruttive.

La consapevolezza degli ucraini oggi è che, se un cessate il fuoco non darà sufficienti garanzie di sicurezza al loro paese, la prossima invasione di Mosca punterà con tutte le sue forze su Odessa e bisogna impedirla prima che accada. L’attacco russo contro Odessa, Kharkiv e altre città è partito di notte, qualche ora dopo che le delegazioni russa e ucraina si erano incontrate a Istanbul per negoziare. È stato concluso poco e gli ucraini sapevano che sarebbe andata così: è stato possibile accordarsi su nuovi scambi di prigionieri.

Gli ucraini hanno cercato di imporre all’ordine del giorno altrui due argomenti: un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il capo del Cremlino Vladimir Putin per discutere di un cessate il fuoco; e il ritorno dei bambini rapiti dai territori occupati dai russi. Kyiv ha fornito una lista di questi bambini, Mosca non ha dato informazioni. L’incontro è stato breve, è la terza volta che le due delegazioni si sono viste a Istanbul e ogni volta i russi sono arrivati ribadendo la loro posizione: l’Ucraina deve cedere i territorio occupato, disarmarsi, rinunciare all’ingresso nella Nato. Queste sono le condizioni per una seconda invasione: oggi Mosca raggiunge Odessa con i droni, ma non ha mai rinunciato a occuparla.

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