Il segretario dei metalmeccanici del sindacato di via Po: “Il presidente della Regione sembra essere in linea con l’idea di un rafforzamento dell’impianto di Taranto. Ma non ci si può fermare sullo scoglio della nave rigassificatrice: ogni ipotesi alternativa non regge”
“La nomina di Michele Emiliano a commissario straordinario dell’ex Ilva? Se i risvolti e i giochi di natura politica hanno un sopravvento sul progetto industriale si rischia di fare danni. Per questo ci auguriamo che l’attenzione, più che a equilibri interni ai partiti, sia rivolta al raggiungimento di un accordo fondamentale per uno degli asset strategici per il nostro paese come l’acciaio”. Ferdinando Uliano è il segretario della Fim Cisl, la federazione dei metalmeccanici del sindacato di via Po. Segue il dossier relativo all’ex Ilva da anni, partecipa ai tavoli che si tengono al ministero delle Imprese e del Made in Italy con cadenza oramai quasi settimanale. Soprattutto, ha un’idea di sviluppo molto pragmatica, in linea con la segretaria nazionale Daniela Fumarola, che spesso è entrata in rotta di collisione con le istituzionali locali pugliesi, compreso il presidente della regione Emiliano. Che adesso, secondo alcuni retroscena ben informati, potrebbe essere nominato dal governo commissario straordinario all’ex Ilva. Un modo per risolvere incidentalmente anche un altro grattacapo per Elly Schlein, visto che Antonio Decaro, sui cui vorrebbe puntare come candidato presidente della Puglia, ancora tentenna non volendo una figura ingombrante come Emiliano nelle liste. L’incarico governativo lo toglierebbe dal campo.
Sull’accordo di programma interistituzionale, Uliano continua a sostenere la necessità di dotarsi di una nave rigassificatrice che possa sostenere la domanda di gas per andare verso un processo di decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto. “Per i tre forni elettrici e i tre Dri a Taranto si prevede un fabbisogno di 5 miliardi di metri cubi di gas. E’ chiaro che qualsiasi altro scenario alternativo alla nave rigassificatrice non colmerebbe questo fabbisogno”, spiega il sindacalista. Il riferimento è alle rimostranze manifestate dal comune di Taranto e da altri enti locali nei confronti della nave. Al punto che nei mesi scorsi anche il presidente Emiliano aveva paventato l’ipotesi di un raddoppio il Tap. “Fa strano che gli stessi che dicevano no al gasdotto adesso facciano affidamento su quello”, ragiona con ironia il segretario della Fim Cisl. “Eppure anche qualora un raddoppio ci fosse, servirebbe ad aumentare l’approvvigionamento di gas di un 15-20 per cento rispetto a oggi, non di più. E anche facendo affidamento sul gas in arrivo per esempio dalla Basilicata, secondo alcune stime non arriveremmo a metà del fabbisogno. Per questo non c’è una vera alternativa alla nave rigassificatrice”.
Secondo Uliano negli ultimi tempi “anche il presidente Emiliano si è mostrato più aperturista rispetto a questo scenario, mentre è il comune di Taranto a essere più restìo. Forse anche per colpa della campagna elettorale che c’è stata poco fa. Fatto sta che io non vorrei che dietro a certi progetti fatti circolare anche dallo stesso comune di Taranto, in cui si dice che il fabbisogno di gas si può abbattere riducendo il numero di forni elettrici o Dri, ci sia la volontà di chiudere gradualmente l’impianto. Per questo credo che l’appello che si debba rivolgere alle istituzioni sia quello alla massima responsabilità. Bisogna salvaguardare i lavoratori di Taranto. E chi vuole la desertificazione industriale, com’è successo per esempio a Bagnoli, lo deve dire chiaramente”.
Lo stesso Emiliano in passato ha assunto una posizione molto critica nei confronti di Ilva, arrivando a paventare la chiusura definitiva dell’impianto. Mentre oggi sembra essere su posizioni più realiste, di compromesso tra il governo che spinge perché l’accordo interistituzionale si chiuda e gli enti locali che si oppongono. Certo è che in un momento delicato come quello attuale, non sono consentiti nuovi posizionamenti ondivaghi o ambigui. “Da quello che abbiamo visto ultimamente, Emiliano sembra essere in linea con l’idea di un rafforzamento dell’impianto”, rileva ancora Uliano. “Il problema è che non ci si può fermare sullo scoglio della nave rigassificatrice, da cui passano praticamente tutti gli obiettivi di rilancio dell’impianto tarantino. Ripeto, le famiglie di Taranto meritano la massima coniugazione possibile tra difesa dell’ambiente e sviluppo industriale. E chi non lo vorrà dovrà assumersi la responsabilità di aver remato contro”.