“Abbiamo bisogno invece di città che si trasformino e rispondano ai bisogni sociali fondamentali, primo fra tutti quello di dare una risposta alla domanda abitativa”, dice Federica Brancaccio: “E’ fondamentale che le inchieste di Milano non producano l’effetto di bloccare tutto. Avvertiamo questo rischio”
“E’ fondamentale per noi e soprattutto per il paese che le inchieste di Milano non producano come effetto di bloccare tutto. Avvertiamo questo rischio. Abbiamo bisogno invece di città che si trasformino e rispondano ai bisogni sociali fondamentali, primo fra tutti quello di dare una risposta alla domanda abitativa, che ormai è una vera emergenza, non solo in Italia, ma in tutta Europa”. A parlare è la presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio, con un occhio rivolto alle vicende milanesi e con un orecchio ad ascoltare se si muove qualcosa sul Piano casa, cavallo di battaglia fin dalla prima ora per Brancaccio che avrebbe bisogno di “risorse potenzialmente attivabili” fino a 15 miliardi (e invece al momento conta su 660 milioni disponibili dal 2027 in avanti).
“Proprio perché vogliamo valorizzare le funzioni sociali dei nostri interventi e pensiamo che tutti i progetti di rigenerazione urbana debbano sempre rispondere prioritariamente a queste esigenze – dice Brancaccio – stiamo mettendo a punto una proposta che presenteremo presto: un rating del valore sociale dei singoli progetti. Sarà un modo per completare qualcosa che oggi manca, per ricordare a tutti che non si può fare un’operazione di trasformazione urbana senza risolvere questo aspetto sociale, per fare classifiche tra le varie proposte nel caso ci sia da assegnare incentivi pubblici, per aiutare anche le amministrazioni pubbliche a stabilire in modo trasparente quali esigenze si aspettano che possano essere risolte dai nostri progetti”. Siamo autorizzati – è la domanda rivolta a Brancaccio – a collegare questa proposta a carenze di valore sociale che si sono registrate in progetti di rigenerazione urbana in corso, anche a Milano? “Sì – risponde Brancaccio – ma vogliamo comunque fare un discorso generale che riguardi tutte le città italiane e guardi avanti, proprio per evitare il blocco degli investimenti o rallentamenti che farebbero male a tutti. Soprattutto pensiamo che sia corretto collegare il rating, quindi il valore sociale di un progetto, all’assegnazione delle risorse pubbliche o di incentivi”.
Brancaccio parla presentando la manifestazione “Città nel futuro 2030-2050” che l’Ance organizza al Maxxi di Roma dal 7 al 9 ottobre con la direzione di Francesco Rutelli. Brancaccio ci tiene a presentare una scheda tecnica che dice dove potrebbero essere recuperati 15 miliardi, fra residui Pnrr, fondi europei e fondi nazionali, per finanziare il Piano casa.
L’housing sarà il tema centrale anche a “Città nel futuro” mentre Rutelli ha ricordato l’altro tema-chiave della manifestazione, quello dell’adattamento ai cambiamenti climatici, convinto che da qui si possano creare “filiere produttive” capaci di trasformare le nostre città nel senso di maggiore competitività e produttività. Anche Rutelli non si è fatto sfuggire la battuta su quanto sta accadendo a Milano, citando il suo libro pubblicato un anno fa “Città vince, città perde”. “Ho scritto e penso – ha detto – che le trasformazioni che ha vissuto Milano siano positive e di grande importanza per il rilancio della città, penso anche alle opere pubbliche, come la metropolitana che arriva a Linate. Ho apprezzato il lavoro di Beppe Sala di cui sono amico. Ho anche evidenziato nel mio libro ‘una serie di conflitti e contenziosi urbanistici e regolativi che si sono aperti’ e la necessità di ‘programmare soluzioni per le criticità abitative’. Esigenze di housing sociale che si avvertono in particolare per gli studenti, i nuovi entrati nel mondo del lavoro e per le famiglie di reddito medio-basso”.