Milano punta al cielo o sottoterra. Parla Martelli (citando Craxi)

La nuova crisi politica e giudiziaria che riporta alla mente l’epoca di Mani Pulite. Lo storico esponente del Psi denuncia lo scontro culturale tra modernizzazione e sospetto ideologico

Milano è (di nuovo) nella tempesta, il sindaco Beppe Sala si difende, i paragoni con i giorni bui di Mani Pulite si moltiplicano, al pari dell’inquietudine per la sorte di una città che rappresenta l’eccezione metropolitana europea in Italia. Di fronte a questo panorama, a Claudio Martelli, storico esponente del Psi, vengono in mente le parole e la mimica di Bettino Craxi: “Milano non ha spazio e dunque si può sviluppare solo in due modi”, diceva Craxi. “Alzava e abbassava l’indice”, ricorda Martelli: “O in alto o sottoterra, o grattacieli o metropolitane”. Erano gli anni Settanta. Oggi, nel groviglio della situazione, alcune cose appaiono chiare, sia sul piano politico e culturale sia su quello giudiziario, dice l’ex braccio destro del leader socialista: “Di questa inchiesta si parla da tempo immemorabile, ma ho sentito il sindaco Sala dire di non aver ancora ricevuto l’avviso di garanzia e di aver appreso dell’indagine dai media. Come sarebbe? Intanto però si è prodotto un mezzo cataclisma nella vita pubblica milanese e nazionale”. Altro ricordo che affiora: “Quando si arriva al punto cruciale della questione”, dice Martelli, “mi vengono in mente le discussioni politiche, e non giudiziarie, a cui ho partecipato a trent’anni, da dirigente del Psi locale: si parlava dello sviluppo di Milano e anche allora c’erano due scuole di pensiero a sinistra. Non solo tra comunisti e socialisti, ma anche all’interno degli stessi Pci e Psi.

Il caro amico Sergio Dragone, per esempio, sosteneva che non si dovessero fare le metropolitane – considerate devastanti – ma che si dovesse pensare a una rete di tram come a San Francisco – ma a Milano, città non collinare, al contrario di San Francisco. E si arrivò a sostenere la tesi bizzarra che la metropolitana fosse di destra e il tram di sinistra. Ecco, oggi sento riecheggiare quella linea, come se ci fosse un partito per la modernizzazione e uno che vede la modernizzazione come il demonio, piena di insidie e inevitabili speculazioni e corruzioni. Un pensiero stupido e datato”. A Milano, dice Martelli, c’è un problema di spazio, e non solo Milano si è sviluppata in verticale: “Si pensi a New York e alle metropoli asiatiche. Se si vogliono concentrare in area metropolitana alcune funzioni non solo abitative, ma anche lavorative, non si può che adottare quel modello. Non piace? Non è bello? Mah. Ci sono quelli che non vogliono le pale eoliche, è quella la mentalità. Ed è quella la base culturale e sociale su cui si innesta questo tipo di inchieste”. C’è poi l’aspetto politico: “Ai miei tempi”, dice Martelli, “dal consiglio comunale passava di tutto. Poi la sua funzione è stata esautorata e confinata. Si è assistito a un processo di esecutivizzazione: il sindaco è eletto dal popolo e sceglie la sua giunta; ed è arbitro in modo impensabile trent’anni fa. Ma io in questa riforma ravviso un eccesso di spoliticizzazione. E’ bene che certe decisioni vengano sottoposte a un’assemblea politica. Per esempio quella sullo stadio. Molte questioni si scioglierebbero come neve al sole”. Altro snodo di questi giorni. “E’ una questione di misura. Parliamo dei cosiddetti costi di urbanizzazione: le imprese che traggono profitti devono pagare, in modo che con quei soldi il Comune possa compensare con attività di interesse pubblico l’interesse privato”. Si rischia la fuga di capitali, la paralisi, ora? “La paralisi è già in atto, bisogna fare in modo che non si prolunghi e non si estenda”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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