Berlinguer, Striscia, Le Iene, Barra e gli opinionisti: ecco perché a Salvini non piace più Mediaset

Lo sfogo del leader della Lega contro le tv della famiglia Berlusconi: “Non credono nemmeno sul Ponte sullo Stretto, pallino di loro padre”

Matteo Salvini lo ha detto domenica dalla festa locale di Pontida: “Accendi Mediaset ed è sempre tutta colpa della Lega come su La7. Mi manca Silvio Berlusconi”.

Parole che vanno indagate, quelle del vicepremier, protagonista di un’uscita netta e curiosa, ma che sa giustificare, spiegano dal Carroccio, per tabulas. Anzi: telecomando alla mano. “Ci restano ormai solo Paolo Del Debbio e Nicola Porro”, riflettono i parlamentari più vicini a Salvini riportando i borbottii del leader.



Il quale confessa di registrare “una certa antipatia” da parte delle reti Mediaset nei suoi confronti, soprattutto alla luce della nuova programmazione annunciata una decina di giorni fa da Pier Silvio Berlusconi.

Tra il vicepremier e il figlio del Cav. i rapporti sono “cordiali e personali”, raccontano sempre gli onorevoli salviniani che si occupano di tv per conto del segretario.

E però: “Tutti ci attaccano. “Striscia la notizia” ci ridicolizza con insistenza e anche le “Iene”, appena può, non ci fa sconti. Mai un editoriale, un commento contro il politicamente corretto: mai”. Nella Lega svelano che quando Salvini ha letto il nuovo palinsesto Mediaset quasi non ci credeva. Doppio razione settimanale di Bianca Berlinguer (giornalista che ha una consuetudine dai tempi della Rai con il leghista, ma non certo “amica”). Salvini e i suoi ce l’hanno anche con Francesca Barra che “sui social scrive cose incredibili contro il governo”.

In generale già da oggi “la platea degli opinionisti nelle trasmissioni sembra equilibrarsi verso il centrosinistra”. Il problema per il vicepremier è Rete 4, considerata meno adesiva al centrodestra di un tempo, con l’amico Mario Giordano e il suo “Fuori dal coro” costretti ad andare in onda la domenica sera, aggiungono ancora gli onorevoli leghisti, “con meno ospiti politici rispetto al passato”.

Qualcosa è cambiato se a Fratelli d’Italia alla fine sembra andare bene così e al Carroccio no. “Anche sul Ponte sullo Stretto, peraltro sogno berlusconiano, la sensazione guardando le trasmissioni è che prevalga scetticismo e indifferenza”.

Ora la domanda è: siamo sicuri che i rapporti tra la famiglia Berlusconi e la Lega siano così idilliaci?

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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