Storia, magia, fede e ragione: il sapere enciclopedico della Biblioteca Casanatense

Se credete che solo nei romanzi fantasy le antiche biblioteche custodiscano libri magici e “proibiti”, vi sbagliate. A pochi passi dal Pantheon, a Roma, la Biblioteca Casanatense è uno scrigno di saperi antichi che dal 1701 tutela un patrimonio letterario e culturale straordinario. Fondata per volontà del cardinale Girolamo Casanate e amministrata inizialmente dai domenicani della vicina Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, la biblioteca fu concepita fin dall’origine come uno spazio pubblico, pensato per lo studio e la libera consultazione di testi sacri e profani. E se negli anni l’archivio si è arricchito in maniera impressionante, oggi i saloni di questo luogo contano circa 400.000 volumi, di cui 6.000 manoscritti, oltre 2.200 incunaboli e anche una vasta raccolta di stampe, carte geografiche, periodici e fondi speciali.

Tra la monumentale sala di lettura settecentesca, con i suoi alti scaffali in legno, le scale elicoidali e gli antichi astrolabi e globi celesti e terrestri, anche in occasione della mostra “Alkemica – Martirio e rinascita” di Michelangelo Galliani un’attenzione particolare la cattura la collezione di opere dedicate a magia, alchimia ed esoterismo. Una serie di raccolte (anche di libri marchiati e censurati dalla Chiesa) che testimoniano un dialogo che esiste da sempre tra religione, filosofia, scienze occulte e ragione.

La Biblioteca Casanatense è quindi un luogo sospeso, varco nel tempo che si insinua in un momento storico nel quale il sapere si consuma più che mai in maniera veloce e frammentata. Un posto dove il visitatore non è solo uno spettatore ma un viandante che può consultare con le proprie mani e i propri occhi secoli di pensiero, fede e ricerca, dove il passato non è mai davvero passato ma continua a parlare, a suggerire, a trasformare.

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