Con ventisei vittorie di fila, per le campionesse olimpiche l’eccellenza è diventata un’abitudine. Dal 23 al 27 luglio in Polonia sono in programma le finali del Volleyball nations league. Per le azzurre si comincia mercoledì con i quarti, contro gli Stati Uniti
Gli allineamenti dei pianeti esistono. Come esistono i destini che si compiono. Ma non è questo il caso. Quello che sta succedendo silenziosamente alla Nazionale femminile di pallavolo (silenziosamente perché le manifestazioni “minori” non sono coperte dalla Rai) non ha a che fare con qualcosa di miracoloso e difficilmente replicabile. Ha a che fare con il talento. E se c’è una caratteristica che separa chi il talento ce l’ha da chi invece sta sfruttando il momento, è che sa ripetersi.
Il saggista americano Will Durant sintetizzando il pensiero di Aristotele ci ha regalato una massima impeccabile: “Siamo quello che facciamo ripetutamente. L’eccellenza non è un atto, ma un’abitudine”. E così le campionesse olimpiche della pallavolo stanno straordinariamente continuando a vincere. Quelle stesse donne che a Parigi si sono messe al collo la prima medaglia d’oro della storia del volley, quelle che ce l’hanno fatta al primo colpo, dove i maschi avevano perso tre finali e con tre generazioni diverse.
Si chiama Vnl ed è l’acronimo di Volleyball nations league. È una competizione che ti costringe a girare il mondo. Nel loro caso dal Brasile a Hong Kong. Giocando un numero di partite che equivale a disputare due Olimpiadi. Proprio aritmeticamente. Fino a qui le azzurre hanno vinto dodici partite su dodici e dal 23 al 27 luglio in Polonia sono in programma le finali. Ci arrivano da campionesse in carica e si comincia mercoledì con i quarti, di fronte ci saranno gli Stati Uniti. Capite bene che se per conquistare l’oro olimpico le azzurre hanno vinto sei gare, stiamo parlando di un’impresa. Ma soprattutto, sempre i numeri ci dicono che se sommiamo le partite consecutive vinte nella scorsa Vnl (otto), le sei trionfali di Parigi e, appunto, le dodici di quest’anno, arriviamo a ventisei.
Ventisei vittorie di fila. Era mai successo? Sì, ed è stato un record. È accaduto a cavallo tra il 2007 e il 2008. L’Italia aveva conquistato il suo primo Europeo e trionfato anche in Coppa del mondo (da non confondere con i Mondiali). Si diceva, all’epoca, che quella fosse la squadra più forte che il volley femminile avesse mai avuto. Si diceva, anche, che avrebbe potuto addirittura vincere i Giochi di Pechino. Poi le cose sono andate diversamente. Perché gli allineamenti dei pianeti esistono ma esistono pure le sfighe cosmiche e a quella Nazionale, a Pechino, per motivi diversi e gravissimi mancarono due giocatrici eccezionali (Antonella Del Core e Tai Aguero). E quindi no, non finì come doveva finire. Ma quel record di ventisei vittorie consecutive è resistito fino ad oggi. Sapete chi era l’allenatore della nazionale dei record? Massimo Barbolini, oggi secondo di Julio Velasco. Che guida la Nazionale che quel record, chissà, mercoledì potrebbe anche batterlo. Barbolini e Velasco hanno pubblicato sui social uno scatto amatoriale ma significativo. Un ventisei scritto a penna dietro a un foglio delle statistiche. Dice Barbolini: “È un onore per me aver fatto parte di entrambi questi gruppi vincenti. Tra l’altro con gli Usa sarà un “in or out” e credo che le ragazze siano assolutamente in grado di andare avanti e riscrivere questo record”. Poi il campo darà il suo verdetto, ma arrivare dove nessuno era mai arrivato è l’abitudine a cui Egonu e De Gennaro, Orro e Sylla, Danesi e Fahr ci stanno deliziando.