“Ho lasciato Chernihiv in lacrime, ma l’Europa mi ha accolta”, dice la dj ucraina. I suoi ultimi anni di vita e musica dopo aver lasciato la sua casa in Ucraina a causa dell’invasione russa
“Ho lasciato l’Ucraina con lacrime e dolore, è stato uno dei momenti più difficili della mia vita. Ma quando sono arrivata in Europa, sono rimasta profondamente toccata dalla gentilezza e dalla compassione che ho ricevuto”. Olga Korolova, dj e produttrice di melodic house e techno seguita da milioni di follower sui social, è stata il nome di punta dell’ultima edizione dell’Electronic Bbq Festival di Castellarano, a Reggio Emilia, con la direzione artistica di Benny Benassi. L’artista ucraina racconta al Foglio i suoi ultimi anni di vita e musica dopo aver lasciato la sua casa a Chernihiv, in Ucraina, a causa dell’invasione russa. “Le persone ci hanno accolto a braccia aperte, offrendo supporto, sicurezza e speranza. Sono sinceramente grata per tutto l’aiuto dato a me, alla nostra gente e al nostro Paese”. Proprio a confermare la vicinanza dell’Italia all’Ucraina, lo scorso 10 luglio, è stato firmato il Manifesto di Roma sulla creazione dell’Alleanza per la resilienza della cultura, un’iniziativa internazionale volta a consolidare gli sforzi internazionali per proteggere e ripristinare la cultura ucraina sia durante la guerra che nel dopoguerra.
Un’identità culturale “ricca e diversificata ma che per generazioni la Russia ha cercato di cancellare”, racconta la dj. Molti siti culturali sono stati distrutti durante la guerra e per questo, ora più che mai, “è importante restaurare e proteggere ciò che rimane, preservare la nostra cultura significa preservare il nostro popolo”. Le radici di Korolova rappresentano “una profonda fonte d’ispirazione”, infatti spesso nelle sue tracce incorpora suoni e motivi del folklore ucraino. “Questo è il mio modo per rimanere connessa alla mia terra e condividerne la bellezza con il mondo”, rivela. Orgogliosa di rappresentare la cultura ucraina sui palcoscenici internazionali, l’artista ricorda la danza di alcuni ragazzi sulle macerie della scuola 134 di Kharkiv con la colonna sonora di Jerry Heil. Un momento “incredibile e profondamente toccante”. Proprio la dj rivela di essere al lavoro con la musicista, che nel 2024 ha rappresentato l’Ucraina all’Eurovision con “Teresa & Maria” in duetto con Al’ona Al’ona, per “un nuovo brano che affronta la questione del rapimento di bambini ucraini in Russia. Credo fermamente che i giovani non siano solo il futuro dell’Ucraina, ma anche la voce della nostra resistenza presente. Attraverso la loro creatività, coraggio ed energia, portano avanti la nostra cultura, il nostro dolore e la nostra speranza”. Non a caso al centro della sua ispirazione c’è sua figlia, che la motiva a esplorare nuovi suoni ed emozioni. Momenti come quello a Kharkiv rappresentano per Korolova “un potente promemoria che mostra lo spirito dell’Ucraina sempre vivo”.
Accolta nella sua unica data in Italia da 28 mila persone e da fan con bandiere ucraine, la dj classe ‘88 dice di prestare sempre attenzione “a ciò che i follower condividono con me, i loro feedback infatti influenzano la mia direzione creativa. A volte un semplice messaggio o un commento può ispirare un nuovo brano. Il mio pubblico è una comunità, cresce con me”. Da una terrazza a Kiyv al castello di Kamianets-Podilskyi, dal Blue Lake di Oleshnya al palazzo Kačanivka nel distretto di Pryluky. Fino al 2021 nei suoi video su YouTube amava mostrare le bellezze della sua Ucraina. Negli anni successivi ha continuato a girare il mondo con la sua musica, l’unico “antidoto ai tempi bui”. Nonostante qualche freno posto da alcuni Paesi alla musica elettronica. Proprio in Italia, il Decreto anti-rave del 2022 punisce chi organizza o promuove l’occupazione abusiva di luoghi per raduni musicali. “Io credo che gli eventi di musica elettronica siano una parte importante della vita culturale di qualsiasi Paese. Uniscono le persone, ispirano la creatività e danno voce a una nuova generazione”. Per Korolova “è importante trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà di espressione. Spero che il valore della musica e degli eventi culturali continuerà a essere riconosciuto e supportato”.