Laura Paris sarà la guida della nuova èra della ginnastica ritmica italiana

In poco tempo l’atleta italiana si è ritrovata da ultima arrivata a capitana delle Farfalle. “È un grande cambiamento. Quella squadra mi ha insegnato la tenacia, l’impegno, la determinazione, il sacrificio e il lavoro di gruppo. Ora cerco di trasmettere la mia esperienza alle altre ragazze, piene di energie e voglia di imparare”. Intervista

In un batter d’ali, come quello di una Farfalla, animale non casuale, Laura Paris si è ritrovata da ultima ‘arrivata’, a capitana della squadra italiana di ritmica, una formazione nuova e stravolta. A pesare, prima il ritiro della capitana Alessia Maurelli e poi l’addio, dopo il licenziamento di Emanuela Maccarani (per le note vicende giudiziarie), di Daniela Mogurean e Martina Centofanti. “È un grande cambiamento. Ho avuto l’occasione, negli anni, di imparare dalle mie compagne più grandi come Alessia Maurelli e Martina Centofanti, esempi dal primo all’ultimo giorno. Quella squadra mi ha insegnato la tenacia, l’impegno, la determinazione, il sacrificio e il lavoro di gruppo. Ora cerco di trasmettere la mia esperienza alle altre ragazze, piene di energie e voglia di imparare. In un team è importante sapersi uniformare, ma ognuna è diversa. Bisogna riuscire a limare ed adattare il carattere in funzione dell’insieme, per valorizzare e far spiccare i punti forti di ognuna per poi dare valore in più alla collettività. In pedana l’obiettivo è sembrare identiche, irriconoscibili, ma è bello che nessuna perda le proprie peculiarità”.

Nata a Rho, classe 2002, bronzo ai Giochi Olimpici di Parigi ‘24, questo weekend sarà in pedana davanti al pubblico di “casa” all’Unipol Forum di Milano per l’ultima tappa di Coppa del mondo (finali domenica su La7). “È unico gareggiare in Italia: il calore del pubblico e dei nostri cari rende la competizione ancora più emozionante. Ci sarà tanta gente a fare il tifo e questo ci onora ma carica di responsabilità. È una tappa importante in vista del mondiale di Rio a fine agosto (20 – 24, ndr)”.

Le azzurre stanno cercando l’equilibrio dopo questi mesi e con la nuova tecnica Mariela Pashalieva che le ha portate al bronzo all’Europeo di Tallin. “È un punto di partenza, un buon esordio per questa squadra che è all’inizio del cammino”. Un percorso che porta a Los Angeles, dopo aver vissuto sulla propria pelle la prima Olimpiade: “Ricordo ogni istante, dalla partenza in pullman da Follonica, salutando le nostre compagne, fino a quel passo per salire sul podio mano nella mano con le mie compagne. È stata la realizzazione di un sogno e la spinta a pormi nuovi obiettivi e costruire nuovi progetti”.

La parola chiave di questo corso della ritmica è proprio novità con la voglia di archiviare un periodo complesso. “Sono stati mesi abbastanza movimentati per tutta la Federazione ginnastica e in particolare modo per la sezione della ritmica. La differenza la fa il modo in cui si decide di affrontare un cambiamento, trovando le opportunità e non solo le cose negative. Tutto questo mi ha spronato ad andare avanti e ad affrontare nel miglior modo il momento, oltre alla passione per ciò che faccio”.

Guardandosi indietro, tra un movimento alla palla e uno al cerchio, ne ha fatta di strada la lombarda, entrata in squadra quando aveva 16 anni ed era solo una riserva. C’è stata, ammette, una crescita sportiva, ma soprattutto umana. “Impari a vivere lontana da casa, a condividere ogni momento con le tue compagne. Impari cosa significhi dedicarsi completamente ad una passione e metterci tutto quello che puoi dare, impari cos’è il sacrificio, ad affrontare nel migliore dei modi le vittorie e ad accettare le sconfitte. L’insegnamento più grande che mi lascerà questo sport è il saper lavorare in squadra, fare fatica tutti i giorni, con e per le tue compagne, tutte con lo stesso obiettivo”. Paris a 9 anni ha iniziato a indossare body e inseguire la perfezione dei movimenti, grazie alla sorella e motivata dalla voglia di poter fare sempre meglio e di imparare. Una tempra forse ereditata da papà Federico: “è stato un campione di ciclismo su pista, entrambi i miei genitori hanno sempre dato importanza allo sport e ci hanno trasmesso i suoi valori”.

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