300 miliardi per i redditi degli agricoltori, 131 per difesa e spazio e oltre 400 per la competitività: “È la risposta all’appello di Mario Draghi e Enrico Letta sulla necessità di una base industriale forte e di un mercato unico integrato”, ha detto la presidente della Commissione Ue
Ammonta a poco meno di 2.000 miliardi di euro il “Quadro finanziario pluriennale” presentato oggi dalla Commissione europea a Bruxelles, salutato dalla presidente Ursula von der Leyen come il “bilancio europeo più ambizioso mai proposto”. Si tratta di un documento a lungo termine – pari all’1,26 per cento del reddito nazionale lordo dell’Ue – che copre il periodo dal 2028 al 2034, e che fissa il limite di quanto denaro l’Unione europea potrà investire durante un periodo di almeno cinque anni nei suoi diversi programmi. Dopo essere stato proposto dalla Commissione, il documento dovrà poi passare anche dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo.
Tre anni dopo lo scoppio della guerra, l’esecutivo ha sottolineato anche il suo impegno per la difesa dell’Ucraina promettendo ulteriori 100 miliardi di euro a sostegno di Kyiv dal 2028 al 2034. “Si tratta di un impegno a lungo termine per la ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina”, ha assicurato il Commissario europeo per il Bilancio, Piotr Serafin. Questi importi, ha proseguito poi von der Leyen, saranno utilizzati anche per aiutare l’Ucraina nel suo “percorso verso l’adesione all’Unione europea”.
300 miliardi di euro saranno stanziati per i redditi degli agricoltori, a fronte delle preoccupazioni del settore riguardo alla nuova formula della Politica Agricola Comune (Pac), che dal 2021 al 2027 ha rappresentato 387 miliardi di euro, inclusi 270 miliardi di euro in aiuti diretti agli agricoltori. Il fulcro del primo pilastro del piano sono i piani di partenariato nazionali e regionali, una voce di spesa da 865 miliardi di euro. Si tratta di un accorpamento di una serie di fondi cruciali, tra cui quello della Politica agricola comune. Tali fondi “funzionano per lo più come compartimenti stagni, poco collegati fra loro” e “possono lavorare insieme e integrarsi di più, così che l’obiettivo europeo sia meglio realizzato sul territorio”, ha spiegato la presidente dell’esecutivo Ue. “In tema di coesione, stiamo preservando per le regioni meno sviluppate almeno 218 miliardi di euro”, ha aggiunto von der Leyen, spiegando che i piani di partenariato nazionali e regionali proposti dalla Commissione forniscono anche le risorse finanziarie per le politiche sociali: “Qui, per la prima volta, c’è un obiettivo di spesa sociale al 14 per cento, adottato come principio generale. E, sempre per la prima volta, monitoreremo i finanziamenti sociali su tutto il Qfp”.
Il secondo grande blocco della proposta della Commissione riguarda il “Fondo per la competitività”: il budget proposto ammonta a 410 miliardi di euro, “perché riteniamo essenziale sostenere le tecnologie strategiche del domani”, ha affermato la presidente della Commissione. Questo fondo “raddoppierà Horizon Europe, già oggi un grande programma internazionale e il più conosciuto al mondo per scienza e ricerca”, ha spiegato von der Leyen, affermando poi che verranno quintuplicati “gli investimenti nel digitale, per costruire un ecosistema sicuro e innovativo”. Ci sarà poi un obiettivo di spesa climatica e biodiversità del 35 per cento, “vale a dire circa 700 miliardi di euro destinati ai sei obiettivi ambientali dell’Ue”, prosegue. In sintesi, il Fondo per la competitività “è la risposta all’appello di Mario Draghi e Enrico Letta sulla necessità di una base industriale forte e di un mercato unico integrato”.
Presenti anche 131 miliardi di euro per difesa e spazio, “cinque volte il livello attuale, perché la sicurezza è una priorità per cittadini e governi e rafforzerà la nostra base industriale e le nostre capacità”. Previsto anche un raddoppiamento della voce di spesa relativa ai trasporti e una decuplicazione di quella per la mobilità militare, “in modo che le forze armate si possano muovere meglio e più rapidamente”, nonché un aumento di cinque volte dei fondi allocati per l’infrastruttura energetica e un potenziamento di quelli in cybersicurezza e infrastrutture dual use.
Il pacchetto include la creazione di un “meccanismo di crisi dedicato con una capacità fino a quasi 400 miliardi di euro. Perché ormai la crisi è la norma, non l’eccezione“, ha spiegato la presidente dell’esecutivo Ue. “Voglio essere chiara: non è per spese ordinarie, ma solo come opzione per eventi imprevisti, con garanzie e regole chiare per l’attivazione“, ha puntualizzato, ricordando le crisi che negli ultimi anni hanno coinvolto l’Ue, dal Covid alla guerra in Ucraina: “Ogni volta è stato difficile reagire in fretta con la potenza di fuoco finanziaria necessaria, perché il bilancio attuale è per il 90 per cento ‘fisso’. Così si è dovuto ricorrere all’Articolo 122, che non è ottimale”, ha spiegato, accennando alla clausola dei Trattati del funzionamento dell’Ue per le emergenze e sottolineando la necessità di uno strumento apposito per rispondere alle crisi tanto impreviste quanto sempre più frequenti.